Pensieri
Un ‘trucchetto’ per essere felici
Ogni tanto torno su Quora – uno Yahoo! Answers sosfisticato, più o meno, o come suggerisce Wikipedia una rete sociale dedicata all’informazione – e trovo le cose più assurde, intelligenti e thought-provoking. Qualcuno ultimamente ha scritto un ‘trucchetto’ molto semplice che chiunque può utilizzare per vivere serenamente e felicemente:
Grab a notepad (or your phone), and write down everything that’s going well for you. This can include your health, job, friends, family, etc. Keep this list easily accessible at all times, and make sure to read it over at least 3 times a day, once when you wake up, once before you go to bed, and once in between.
Skyfall e la morte apparente
La morte apparente è un particolare fenomeno esistente in biologia «caratterizzato da perdita della coscienza e della sensibilità, impossibilità di percepire il battito cardiaco e i movimenti respiratori, assenza dei riflessi»1. Anche nella costruzione delle storie esiste un espediente narrativo fondamentale che ha lo stesso nome e più o meno le stesse caratteristiche: il protagonista, durante l’inevitabile confronto con la morte – che in realtà è fondamentalmente un generico confronto con l’altro da sé – sembra morire per poi tornare in azione. Nel cinema espedienti come questo sono particolarmente evidenti soprattutto da quando le strutture soggiacenti alle narrazioni sono state elaborate sistematicamente da Christopher Vogler ne Il Viaggio dell’Eroe (che rielabora il lavoro di Joseph Campbell)… Continua la lettura.
Guardare fuori dal finestrino
Stephen Hackett segnala un’intervista allo scrittore Robin Sloan in cui quest’ultimo scrive che l’iPhone è diventato per lui una compulsione tossica. Spiega quindi che tale dispositivo «ha completato la sua invasione nello spazio interstiziale – ovvero tutti quei minuti che passo sul treno e che prima costituivano un terreno fertile per i sogni ad occhi aperti e l’immaginazione.» Racconta allora di aver annullato il suo contratto telefonico per passare ad un dispositivo low-cost della Nokia. È così che nei mesi seguenti «la liberazione dello spazio interstiziale» l’autore ha ripreso a sognare ad occhi aperti e appuntarsi idee per le sue storie… Continua la lettura.
iPhone 5, una settimana dopo
Visto che nonostante le recensioni, le impressioni e i podcast non siete ancora saturi, ho deciso di scrivere qualche pensiero sparso su iPhone 5 dopo più di una settimana di utilizzo.
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Continuo a odiare il tasto home e penso che i tempi siano maturi per fare anche quello capacitivo. Poi però penso che se si blocca il software si blocca anche quello e allora ecco l’idea geniale: farlo meccanico e capacitivo, come il trackpad dei MacBook per intenderci. Ognuno poi lo usa come gli pare.
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Non immaginavo che sarebbe successo ma sto usando Siri tutti i giorni. Svegliami tra 40 minuti, ricordami di fare questo, che temperatura c’è fuori?, che devo fare stasera?
Fermarsi prima di cominciare
Quando ti viene il dubbio se scrivere o meno un post, o qualsiasi altra cosa, scrivila. Non pensarci nemmeno un attimo perché il nostro cervello ha un modo molto strano di affrontare la cosa – ma ovviamente ogni testa lavora a modo suo, io parlo solamente in base alla mia esperienza.
In un certo senso la cosa fa pensare alla vita dei runner: a volte non ci si ferma dopo 4, 5 o 6km, ma ci si ferma prima di allacciarsi le scarpe. Anzi, è proprio quello immediatamente prima di cominciare ad essere il momento più critico. Nel caso dell’attività fisica, quando il mio cervello comincia ad elaborare le strategie più complesse per non farmi mettere la tuta e dirottarmi verso il frigo, prendo l’iPhone e le cuffie e ascolto musica spacca-timpani-super-mega-adrenalinica e il cervello è costretto timidamente a farsi da parte… Continua la lettura.
Lasagne al ragù
Crescere in una famiglia in cui c’è una cultura alimentare di altissima qualità è un grande beneficio e sarò sempre infinitamente grato per questo. La buona cucina, però, non ha fatto semplicemente di me una persona sana, robusta e con una certa sensibilità per il buon cibo, ma mi ha anche dato un grande esempio di come vanno affrontate le cose che facciamo ogni giorno, dalle più piccole alle più grandi. Poi avere uno zio pastaio mi ha anche dato una prospettiva del lavoro che sta dietro al cibo.
Come sapete, guardare una persona che sa cucinare bene, mentre cucina, è come guardare un artista che lavora alla sua opera, o forse ancora di più è come guardare un grande artigiano a lavoro… Continua la lettura.
Inception e l’arte di coltivare le idee
Ieri ho rivisto Inception e come al solito sono stato conquistato dall’eloquenza di Cobb che, ogni volta che ne ha occasione, spiega quanto possa essere potente e invasiva un’idea. Proprio come un virus.
What is the most resilient parasite? Bacteria? A virus? An intestinal worm? An idea. Resilient… highly contagious. Once an idea has taken hold of the brain it’s almost impossible to eradicate. An idea that is fully formed – fully understood – that sticks; right in there somewhere.
Ma, prima di diventare un virus, un’idea è fragile, debole, e può svanire da un momento all’altro. Senza nulla togliere all’espertissimo Cobb, ecco le parole di Jonathan Ive a tal proposito:
While ideas ultimately can be so powerful, they begin as fragile, barely formed thoughts, so easily missed, so easily compromised, so easily just squished.
La TV del futuro
Se vi interessa la televisione – e vi piace anche di tanto in tanto pensare alla televisione oltre che guardarla – dovete leggere Mosche Cieche inseguono la TV del futuro di Sonny. Lettura un po’ complessa e ricchissima di spunti di riflessione, contiene anche delle statistiche molto interessanti. L’ultima frase del saggio è ciò su cui mi voglio soffermare un momento:
L’unica cosa certa è che la TV è un medium sull’orlo del collasso.
Per me non è esattamente la tv come medium a collassare, bensì la tv come tecnologia di delivery. Sto usando quindi la distinzione di Jenkins che scrisse «delivery systems are simply and only technologies; media are also cultural systems»… Continua la lettura.
iPhone 5, verso la perfezione
Mi è finalmente arrivato l’iPhone 5. Non ho intenzione di scrivere una recensione – ce ne sono già tante – ma qualche impressione la riporto volentieri. Cominciamo dalle cose brutte? Sì.
È arrivato con dei piccoli graffi come è successo a quasi a tutte le persone che l’hanno preso e seguo su Twitter. I due graffietti sono di lato e quasi non si vedono, e per una sciocchezza del genere non intendo rimandare l’iPhone ad Apple, ma quasi quasi lo farei per principio. Proprio l’azienda di cui cantiamo le lodi per l’attenzione morbosa alla qualità ci fa questo brutto scherzo? Già, è irritante… Continua la lettura.
Perché scriviamo di tecnologia?
Qualcuno potrebbe dire che i miei trattati tecno-filosofici affrontino temi futili, non fondamentali. Ma cos’è davvero fondamentale? Dovremmo porci anche questa domanda, giusto?
Se parlo e scrivo di tecnologia lo faccio soprattutto per l’effetto che questa ha sulla mia vita, e anche per le implicazioni che questo fatto comporta. Non è devozione. Anzi trovo – come ogni persona dotata di buonsenso – che un uso malsano della tecnologia possa creare tanti, tanti problemi.
Penso, anche, che non ci sia un argomento al mondo di cui non valga la pena parlare e scrivere. Se è la tecnologia a farmi fare tante cose e ad essere parte integrante della mia vita – come ha scritto Federico Travaini in risposta a Matteo – in quanto ‘mente critica’ mi trovo spesso a mettere in discussione il mio rapporto con essa, e questa è una pratica salutare… Continua la lettura.
L’iPhone non fa il caffè, ma quasi
Sulla questione l’iPhone-è-troppo-costoso-ma-vai-a-lavorare-c’è-crisi i miei due amici di Pausa Caffè scrivono cose interessanti.
Tutti sanno che l’iPhone “non fa il caffè, ma quasi”. Quanto avreste pagato dieci anni fa per un dispositivo del genere? Io dico che tutti, tutti avrebbero detto mille e passa euro. [...] Piantiamola coi moralismi, con le prese per il culo, con tutti questi discorsi che non hanno né capo né coda. C’è sicuramente chi compra un iPhone per moda o per dire “ce l’ho anche io”, ma la maggior parte lo fa perché lo trova uno strumento utile, intuitivo, e dall’immenso potenziale.
Ho usato le nuove mappe di Apple e non mi sono perso
Avendo trascorso alcuni giorni in giro per Monaco in occasione dell’Oktoberfest, ho avuto occasione di provare le nuove e tanto discusse mappe di Apple. Non intendo scrivere una recensione o ripetere quanto già (ossessivamente) detto, ma voglio scrivere due parole secondo me importanti.
Prima di tutto una distinzione fondamentale ma trascurata da molti: le mappe di Apple e l’app Mappe di Apple non sono la stessa cosa. Chi scrive che le nuove mappe fanno schifo probabilmente si riferisce alle mappe vere e proprie, e non all’applicazione, ma non ha ritenuto opportuno prendersi dieci secondi e scrivere questa precisazione. Se già l’atto di scrivere qualcosa come “le nuove mappe fanno schifo” non è un bel modo di fornire un feedback, l’assenza della precisazione di cui sopra lo rende ancora più inutile… Continua la lettura.
Sull’essere più produttivi
C’è una parte di blogosfera fatta prevalentemente di nerd che amano parlare di tecnologia, caffè e produttività. Quest’ultimo argomento è al centro delle nostre attenzioni, e la tendenza generale è semplicemente quella di cercare strumenti che ci rendano più produttivi. Un articolo de Il Post, che ne riprende uno del New York Times, ci ricorda che uno strumento fondamentale per migliorare la qualità della nostra vita, e quindi la nostra produttività, è il sonno, ma solo se lo gestiamo nel modo migliore.
Secondo Randall per affrontare meglio il lavoro e gli altri impegni della vita, le nostre società dovrebbero rivedere il modo in cui hanno trattato il sonno nell’ultimo secolo.
Siamo pesci esotici in un acquario
Questo post su Facebook di Brin-Jonathan Butler – segnalato da Diego Petrucci – è ricco di spunti interessanti:
Tutte le persone con cui preferirei non avere niente a che fare se non nella vita virtuale le posso osservare come pesci esotici in un acquario. Ma il punto è che non stiamo solo osservando pesci in una vasca. Anche noi siamo pesci in quella stessa vasca, e veniamo a nostra volta osservati.
Una deriva del discorso riguarda i cellulari:
Le pressioni esercitate affinché la gente si faccia Facebook sono le stesse che ci hanno spinto a comprare un cellulare. […] Così, il cellulare diventa un modo di evitare gli amici e la famiglia.
Questa non è una recensione di Prometheus
Io non scrivo recensioni per vari motivi. Per esempio sono smemorato, quindi sarei estremamente vago. Altra cosa: non sono il tipo che si mette a scrivere la trama, il cast, e le considerazioni canoniche ecc. Io scrivo le cose un po’ così come mi vengono in mente, e non saprei fare altrimenti. Nonostante questo, penso che non farebbe male a questo blog se di tanto in tanto dicessi la mia su qualche film. Per esempio, Prometheus. Ah, ci sono gli spoiler, ma niente di eccessivo.
Per me il problema fondamentale è stato questo: ogni volta che qualcuno apriva la bocca per parlare mi partiva un facepalm… Continua la lettura.
Io non tifo Apple
Come ho più volte ripetuto in passato, quando tra amici si parla di iPhone contro Android, o Mac contro Winzoz, io la maggior parte delle volte non mi pronuncio. Proprio io, il geek, nerd o come volete. Il fanboy persino, a volte. Quando mi pronuncio, di solito è perché parlo con chi la penso come me. Ma che discorso è? starete pensando voi. In effetti sembra un ragionamento sbagliato, ma leggendo le ultime cose che ha scritto Maurizio Natali mi sono ricordato del vero motivo per cui mi tengo in disparte e non dico la mia nelle situazioni di cui sopra… Continua la lettura.
Pensieri sul nuovo iPhone
Insomma è stato presentato l’iPhone 5 – vi ricorda qualcosa? Ovviamente The Verge ha già fatto un hands-on. Se non avete seguito il keynote come ho fatto io (in compagnia del SaggioLive) ecco le cose che dovete sapere. Questo dispositivo non rivoluziona niente, ma è un’evoluzione che ci piace, un altro passo verso la perfezione se vogliamo sbilanciarci un po’.
La vera feature, come scrive il buon Federico Viticci, è l’esperienza d’uso; ancora una volta, non si tratta della lista di caratteristiche.
Ma alle persone piace lamentarsi a prescindere dai meriti, e troveranno sempre un modo per farlo… Continua la lettura.
Altre riflessioni sul ritorno del cavaliere oscuro
Torno a parlare de Il cavaliere oscuro – Il ritorno, dopo averne già scritto qui, per riportare i pareri di chi ha individuato nel film alcuni problemi, anche grossi. Ripeto che a me il film, nel complesso, è piaciuto, ma non fa male riflettere un momento sugli aspetti meno riusciti della pellicola.
Daniele Daccò scrive su Orgoglio Nerd:
Batman illude lo spettatore rendendo plausibili nel contesto cose come un pugno che guarisce una spina dorsale, una donna in tacchi che stende decine di rapinatori o un nerboruto giovinotto con un respiratore sulla faccia, allo stesso identico modo (per esempio) di Iron Man che rende credibile nel contesto che Stark sia in grado di costruirsi un’armatura in una grotta.
Grazie, Twitter
Proprio ora che i toni della discussione si fanno concitati, e vengono scritte cose come Twitter can suck a bag of dicks, io voglio andare un po’ controcorrente e dichiarare il mio amore per Twitter.
Se è vero che, come azienda, Twitter sta facendo incazzare un po’ tutti, come servizio è ancora in piedi e le discussioni più interessanti su questo argomento stanno avvenendo proprio su, udite udite, Twitter.
Io ti voglio ringraziare, Twitter, che negli anni mi hai permesso di stringere amicizie e collaborare con persone di grande talento, entrando a far parte di una community stimolante e vibrante che mai avrei conosciuto su posti deprimenti come Facebook o nei meandri dei forum o tra i commenti dei blog… Continua la lettura.
Pubblicità ingannevole: Nokia vs. Apple
Il Vergio (cit.) ha dimostrato come lo spot incentrato sulla stabilizzazione ottica degli ultimi terminali Nokia sia una specie di presa in giro: il video “stabilizzato” è stato in realtà girato separatamente (e comodamente) da un furgone, probabilmente con una DSLR.
Non si fa, certo, è sbagliato, ma visto che da due giorni leggo di questa faccenda e mi sembra che la gente l’abbia presa proprio male, volevo lanciare una piccola polemica: non fanno tutti così, da sempre?
Pensate ad Apple. Quando presentarono l’iPhone 4, con il suo magnifico Retina Display, nel video introduttivo c’era una lunga zoomata del nuovo schermo, e il testo era incredibilmente nitido anche a un livello di zoom eccessivo… Continua la lettura.