Links

» Argo 

Kekkoz:

Quella di Argo è una delle meno verosimili e più folli tra le storie vere portate sullo schermo. Ma quello che Affleck riesce a fare con la vicenda va davvero oltre ogni aspettativa: costruito con impagabile compattezza e grande senso dello spettacolo, e con una maturità che sembra uscita da una Hollywood “civile” che non esiste più o quasi, Argo ha il raro dono dell’immediatezza [...] ed è un film che lavora instancabilmente sul ritmo del racconto, esercitando una poderosa morsa narrativa sullo spettatore.

Vero, l’ex belloccio d’America ci sa fare.

26 novembre

» Typography matters 

Avete presente quelli che hanno un blog e passano più tempo a cambiare font che a scrivere? Tipo il sottoscritto, per intenderci. Bene, sembra che scegliere il font giusto possa avere alcune conseguenze significative nell’esperienza di lettura.

First, good typography has a clear impact on the mood of the reader. People who are reading a well typeset page are more engaged in the experience and find that time flies by faster. Second, research has shown that positive mood improves creative problem solving, and since typography can be used to influence mood, it is possible that good typography also has direct effect on our productivity, at least in the sphere of certain creative tasks.

Quindi, per favore, armatevi di TypeKit o Google Fonts e sistemate i vostri blog. Inoltre, senza alcun fondamento scientifico, scommetto che anche scrivere utilizzando font belli e leggibili potrebbe rendere l’esperienza di scrittura più appagante e scorrevole.

24 novembre

» Will we ever run out of new music? 

Michael Stevens di Vsauce si chiede se prima o poi finirà la musica perché non ci saranno più nuove melodie da comporre.

22 novembre

» “Learning to make films is very easy” 

via Big Quote

20 novembre

» Un uomo che stira una camicia 

Shawn Blanc ha linkato un video in cui un uomo stira una camicia.

I can’t say what it is about this ironing video that I love so much, but it’s just awesome.

Il video, o meglio il rituale che viene mostrato, ha qualcosa di veramente speciale. Il commento con più voti è questo:

The deepest, most profound sense of comfort in the world comes from seeing order being created where there was none. Either through the miracles of nature or the miracles of man, watching something as simple as a wrinkled shirt getting ironed reminds us that it isn’t just chaos out there.

Non avrei saputo esprimermi meglio.

18 novembre

» Non concentrarti troppo 

Stephanie Pappas scrive su Live Science:

“If an athlete starts paying attention to what they’re doing, how
they’re going to move their body to catch a ball, they’ll clutch and they won’t do it” said study researcher Allen Braun [...] Freestyle rappers may face a similar challenge when making up rhymes, Braun told LiveScience. “You have to suspend that kind of attention,” he said.

Yo.

via Curious Rat

18 novembre

» Un’indagine sul consumo di serie TV in Italia 

Un’indagine qualitativa per studiare il consumo di serie TV in Italia: i dati sono stati raccolti online tra il 26 marzo e il 31 luglio 2012. Hanno partecipato 1400 persone in tutta Italia. Il progetto non ha obiettivi scientifici: è un modo per mettere in evidenza un fenomeno attuale, per quanto ancora marginale.

Anche se per qualcuno1 il campione di riferimento è costituito in gran parte da appassionati, a mio avviso i risultati del progetto di Francesco Vitale sono davvero interessanti e illustrano molto bene la situazione attuale.


  1. È nata una discussione tra i commenti di LegaNerd.

13 novembre

» Fatevi una risata 

Gaetano Narducci – avete capito che dovete seguirlo? – ha usato l’ultimo video di Frank Matano “Scorregge sulla gente” come pretesto per spiegare perché non ci sia niente di male nel ridere di un tizio che… Avete capito.

Se rido di Matano delego a lui il compito di petare sugli anziani, mi faccio una risata e non comincio a molestare nessuno. Fatevi una risata.

Dopo la lettura del suo post dovete assolutamente guardare Louis C.K. mentre spiega a Jon Stewart come mai i peti fanno ridere.

13 novembre

» ‘A film poster about my life’ 

Via The Curious Brain | source

13 novembre

» Good things come to those who work hard 

Good things come to those who work hard

via Alex Girón

12 novembre

» Se non hai niente da dire, non farmi perdere tempo 

Gaetano Narducci su Youtuber$:

Il grosso limite di Youtuber$ non è la ricca presenza di volti noti della televisione – presenza che spaventa il fruitore medio per la sensazione che il prodotto non provenga dal network [...] il grosso limite di Youtuber$ è un lavoro di sceneggiatura frettoloso e banale, che dà in pasto al pubblico personaggi monodimensionali, maschere impoetiche intrappolate in una trama povera e stentata.

A quanto spiegato perfettamente da Gaetano1 nel suo post, che vi invito a leggere per intero, aggiungo solo un piccolo commento: ho questa idea che prodotti mediali come possono essere le web series (ma anche i cortometreggi o semplicemente ‘i video’) siano destinati a fallire se al cuore del loro concepimento non c’è l’intenzione di raccontare una storia, e nemmeno quella di raccontare genericamente qualcosa che valga la pena raccontare.

Il regista Dan Attias, che ho avuto la fortuna di incontrare, sostiene che bisogna sempre porsi una domanda, ovvero «what’s the story really about?» La risposta a questa domanda, quando vedo molti cortometraggi e web-series e persino serie con grandi produzioni alle spalle, mi sembra essere «absolutely nothing».

In una frase: se non hai niente da dire, non farmi perdere tempo.2


  1. Del quale ho già segnalato su Twitter un post su T-Dog – il personaggio che emerge per grigiume in The Walking Dead, per usare le sue parole. È un amico e potete seguirlo su Twitter.

  2. È per questo che mi è capitato di smettere di vedere serie che inizialmente mi avevano appassionato. Un esempio è Misfits, che quando non ha avuto più niente da raccontare ha raggiunto livelli estremi di banalità, ripetitività e ovvietà.

11 novembre

» I suoni dello schianto aereo in ‘Flight’ 

Il sound design è un’arte molto affascinante. Si dice che un film ‘prenda vita’ nel montaggio, ma se con questo si intende che il suo cuore comincia a battere, è il sound design a farlo respirare. In questo video spiegano come sono stati realizzati i suoni dello schianto dell’aereo in Flight di Robert Zemeckis. C’è di mezzo la solita Skywalker Sound ovviamente.

10 novembre

» Pausa Caffè #8: Chiacchierando di design con Gordon Irving 

L’ottava puntata del podcast che conduco con Diego e Federico è online. Abbiamo intervistato il nostro primo ospite, lo user interface designer freelance Gordon Irving, quindi potete immaginare di quante cose interessantissime abbiamo parlato. Se vi piace mettete le stelline su iTunes, mi raccomando.

10 novembre

» Less is not more 

Francis Pedraza:

To simplify, do not eliminate for elimination’s sake. [...] Less, for the sake of less, is not more.

Simplicity lies on the other side of complexity.

Simplicity is arriving at a conclusion that in retrospect, appears inevitable.

Prima di citare un’altra frase del post, ricordo che qualcuno disse:

Perfection is achieved, not when there is nothing more to add, but there is nothing left to take away.

Ecco, Pedraza vede la cosa in questo modo:

Perfection is attaining the sort of completeness that would not benefit from either subtraction or addition.

Ragionevole.

8 novembre

» Gunbarrel 

Sam Mendes spiega perché non ha inserito la consueta sequenza gunbarrel all’inizio di Skyfall:

I tried very hard to put the gun barrel at the beginning and my intention was always to do that. If you see the film, the film starts with Bond walking down a corridor towards camera and lifting a gun. And of course the gun barrel is him walking, stopping and lifting a gun. When I put the two together, it looked ridiculous!

Voglio essere sincero, non sapevo si chiamassero sequenze gunbarrel.

Se non avete ancora visto Skyfall, fatelo al più presto. Non so se lo preferisco a Casino Royale, ma siamo a quei livelli – e la fotografia di Deakins aiuta.

6 novembre

» Ive come Jobs 

Ogni volta che leggo il titolo di un post che riflette su Apple dopo Steve Jobs so già che devo aspettarmi il peggio. La maggior parte dei blogger è così arrogante da dire con certezza cosa passa per la testa di Cook, Ive, Forstall (non più). Una delle poche cose intelligenti che ho letto è stata scritta da Micah Singleton in Apple, Looking Forward:

With the recent moves made by now CEO Tim Cook, this model has returned, albeit slightly altered, with Cook leading, and Sir Jony Ive playing the role of Jobs, taking over creative control of the world’s largest company.

Il modello a cui accenna il paragrafo è quello che c’era con Jobs, ovvero guida creativa di quest’ultimo – qualcuno infatti lo chiamava head artist più che CEO – e ottimizzazione di tutto il processo di Cook.

L’head artist d’ora in poi sarà il caro Ive e dovrà sorprenderci lui con le magie che prima erano esclusiva di Steve. Sono sicuro che farà uscire tanti conigli di alluminio dal suo cappello magico unibody, mentre Tim, come scrive Riccardo Mori, «looks and sounds like the good-hearted, somewhat shy uncle who has come to tell us a great story nobody else knows», e va bene così.

6 novembre

» Doing more is easier than doing less 

Il designer inglese Mark Boulton ricorda la lezione fondamentale che l’insegnante di arte del liceo gli ha impartito:

Doing more is easier than doing less. [...] When someone hires me for my work, they’re not paying me for what I give them. They’re paying for what I don’t give them: the iteration, the obvious ideas, the sub-optimal solutions, the years of experience, the learning I do.

via Shawn Blanc

5 novembre

» Live your dreams and aspirations now 

It’s so easy to get stuck in the waiting place, putting things off until later, even when those things are vitally important to making your dreams come true. But the truth is that, in order to make progress, you need to physically and mentally fight against the momentum of ordinary events. [...] Fight. Live your dreams and aspirations now.

Questo paragrafo è estratto dall’ultimo toccante post di Dustin Curtis – il fondatore del network di blog Svbtle. L’articolo mi ha commosso e soprattutto mi ha ricordato che in questa vita non c’è tempo da perdere.

4 novembre

» #VIEW2012 

Ho scritto in inglese (o qualcosa del genere) della mia esperienza alla VIEW Conference.

23 ottobre

» Internet Explorer è il male 

Owen Williams riporta quello che un web developer ha scritto su Reddit a proposito di Internet Explorer:

First they implement your stuff, then they introduce incompatibilities, and then, through the power of monopoly, they pushed the original inventor out of the game.

14 ottobre