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» Casual ∞
Diego e Federico mi hanno invitato per una commuovente reunion nel loro nuovo podcast Casual (per il quale ho realizzato lo stupendo logo).
Nella puntata abbiamo parlato di Encounter, quindi di crowd funding in generale, di scrittura creativa, di quello che non insegna l’università, di applicazioni, di cinema, della relatività dei giudizi e delle leggi dell’universo (mancava solo quello).
Perché Encounter avrà successo
L’ultimo aggiornamento della mia campagna di crowdfunding:
Buongiorno contributori! La campagna avanza lentamente, ma avanza. Voglio spiegarvi perché avrà successo.
Raggiungerà l’obiettivo perché crediamo in un Cinema Indipendente senza compromessi, sostenuto dalle persone in un momento in cui nessun produttore penserebbe mai di finanziare un film di questo genere, in questo Paese.
Ma dipende tutto da voi. Noi ci mettiamo la passione, la serietà, il talento, la dedizione, l’ispirazione, il sudore, la voglia di fare. Voi ci mettete nelle condizioni di fare tutto questo, perché volete guardare avanti, oltre il cinismo e la mediocrità.
Nella vita spesso mi sono guardato intorno scoprendo talenti sopiti, potenziali inespressi, progetti interessanti che potevano nascere ma non hanno avuto il supporto necessario, persone in gamba ma senza una visione, una coordinazione, un obiettivo chiaro.
» Il video di #MeetEasyPodcast ∞
Ecco il video dell’evento, così voi che non siete venuti saprete cosa aspettarvi quando verrete la prossima volta, e voi che ci siete stati verserete qualche lacrima nostalgica sulla tastiera del computer.
Io mi sono divertito a mettere insieme le riprese, ricordandomi quanto è stato bello conoscere una fetta notevole della community che ruota intorno al network. Vi lascio al video, enjoy.
Alcune riprese inserite nel montaggio sono state fatte da Edoardo Zini col suo iPhone. Thanks!
» Come scrivere una scena ∞
Realizzata da Ryan Rivard a partire da questo post di John August – di cui ho scritto recentemente.
» Barriere linguistiche ∞
Robin Sloan in Making culture for the internets — all of them:
You can’t consume something you don’t understand, no matter how elegantly it’s presented. Further, you won’t even get the opportunity to consume it unless you hear about it from someone who speaks your language [...] Technically, the internet is one huge interconnected network. Linguistically and socially, it is many networks, and they are very distinct.
TL;DR Non scordiamoci che quando abbattiamo le barriere tecnologiche restano quelle culturali.
» ‘Useful information about screenwriting’ ∞
Se scrivete sceneggiature, o vorreste scriverle prima o poi, il blog di John August (sceneggiature di Frankenweenie, La Fabbrica di Cioccolato, Big Fish) è un’autentica miniera da esplorare (usando il campo di ricerca o questa pagina).
Anche il podcast è notevole, oltre ad essere estremamente piacevole da ascoltare (anche grazie a Craig Mazin).
» ‘Pagine passate’ ∞
Jacopo Ranzani, ragazzo molto in gamba conosciuto su Twitter, ha aperto un blog. Ve lo segnalo per diversi motivi: uno è che mi riconosco molto in quello che scrive, anzi mi sembra di aver scritto io stesso certi paragrafi; un secondo motivo è che, nonostante sia essere appena nato, i contenuti sono scritti e formattati in modo atipicamente preciso ed efficace; infine la scelta degli argomenti è estremamente interessante.
Normalmente non segnalo blog nuovi o vecchi – ce ne sono già tanti da seguire – ma questa mi sembra l’occasione per fare uno strappo alla regola.
» It’s Courier, just better. ∞
In questo post c’è la storia del font Courier e soprattutto si parla della nuova versione migliorata Courier Prime realizzata da Alan Dague-Greene per Quote-Unquote Apps. È stata realizzata anche rivolgendosi agli sceneggiatori, che vivono di pane e Courier da sempre.
Conoscevo già Quote-Unquote Apps grazie all’applicazione Highland, che uso tutti i giorni per scrivere, esportare e stampare sceneggiature, usando la pratica sintassi Fountain. Se volete scoprire qualcosa di più a questo proposito leggete qui.
» John Gruber parla dell’evoluzione dell’interfaccia utente ∞
In questo talk del 2011 John Gruber parla dell’evoluzione dell’interfaccia utente – con particolare attenzione ad Apple, ovviamente – e della difficoltà di costruire qualcosa di originale e che sia al contempo familiare agli utenti. Più o meno nell’ultimo terzo del talk accenna anche alla fondamentale distinzione tra design e stile.
Condiviso da Myke Hurley
» ‘The idea of a project is more fun than the hard work’ ∞
Shawn Blanc in A ‘Full-Time’ Masterclass:
The idea of a project is always a little bit more fun and exiting than the actual hard work of making that project to reality. [...] Some people sabotage their own projects because they don’t want to actually succeed because then you’re committed.
A volte, invece, ci si ferma prima di cominciare. Sono due facce della stessa medaglia.
» A proposito di design ∞
Oliver Reichenstein, la mente dietro l’app che uso per scrivere praticamente qualunque cosa, dice nell’intervista per The Verge:
Nothing is more destructive to good design than group thinking and collective decision making. Why? As I said, to most people good design is invisible. Group decisions focus on the visible, bad aspects of design.
Leggete tutta l’intervista, è strapiena di osservazioni brillanti.
» Django Unchained ∞
Federico Bernocchi su Django Unchained:
Per questo motivo ci si sente fortunati, oggi, gennaio 2013, ad avere qualcuno come [Tarantino] che realizza film. Perché per lui e pochi altri registi in attività ancora sentiamo quell’ansia e quella “voglia matta” ogni volta che ci dirigiamo verso un cinema per poter ammirare il suo genio. Perché, come ha scritto l’amico Matteo Bordone nel suo post subito dopo la visione del film: «Il clima, quando si spengono le luci, è quasi quello che precede un concerto».
Esattamente la sensazione che ho avuto pochi attimi prima che iniziasse la proiezione, ovviamente in lingua originale. Decine di persone che zittivano la sala, sorridendo, facendo Sssh con la bocca, un clima di esaltazione generale, grandi aspettative, empatia, sussurri pieni di eccitazione. È il cinematic event propriamente detto, un’esperienza che si può vivere solamente nella sala cinematografica e che dà speranza per il futuro.1
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Forse non c’è bisogno che un film sia 2K stereo 3D HFR IMAX dolby surround cacca popò pipì per portare la gente in sala e farla divertire.↩
» Scegli il lavoro che non puoi non fare ∞
Condivido il concetto chiave del TED Talk How To Find And Do Work You Love di Scott Dinsmore:
The only question that matters is: what is the work you can’t not do? Discover that, live it.
» Graph Search ∞
Steven Levy sul nuovo motore di ricerca – Graph Search – sociale Facebook presentato ieri:
You might soon be able to figure out before entering a bar whether there are any attractive, unattached people your age inside with whom you share a mutual friend or favorite movie.
Questa sembra la prima cosa che viene in mente, chissà quali altre applicazioni può trovare un motore di ricerca del genere, che alimentiamo noi stessi ogni giorno (come ha ricordato Zuck: «A million new people every day. 240 billion photos. 1 billion people. 1 trillion connections»).
» ‘A short life that is full of what you like doing…’ ∞
L’immagine completa è su Zen Pencils, potete guardarla ascoltando l’audio originale con la voce di Alan Watts.
» Non fare “il coniglio” ∞
Scott Belsky in Why We Should Declare War On Friction:
In most marathons, there are always a few runners that jump to the front of the race at the start and quickly tire. These folks are known as the “rabbits,” and nobody ever takes them seriously even though they appear to be winning the race for a short period of time. The rabbit runs fast but quickly tires.
A truly great marathon runner or cyclist understands the benefits of pacing over the course of a race. Rather than lead, they carefully manage their energy, and even use the other runners in front of them to block the wind and sustain themselves during the race. This practice is called “drafting,” and it involves running a few feet behind a runner to minimize the wind resistance and pace the race.
C’è molto da imparare da questi due brevi paragrafi. Nella vita spesso vogliamo essere primi a tutti i costi, e per farlo ci stanchiamo più degli altri e alla fine perdiamo anche l’entusiasmo. A volte (ma non sempre) è necessario seguire prima di superare.
» Fai una cosa e falla bene ∞
Viviamo in un mondo in cui tutti – facciamo finta per un momento che non esista il digital divide – hanno accesso ‘a tutto’. Questo significa anche che le cose si imparano più velocemente, e quello che si impara diventa obsoleto più velocemente. Insomma è più facile diventare esperti in qualcosa, ma forse è anche più inutile.
Hunter Walk scrive in Welcome to 2013, Where It’s Never Been Easier to be Average:
Is it possible that it’s never been easier to be, well, average? If everyone is learning the same information and studying the same approach, yes the floor rises – we’re all more educated – but what about the ceiling? Who will push outside of the boundaries?
Questi quesiti sembrano non avere risposta, ma l’autore suggerisce:
But continue to challenge yourself. Don’t just become an expert, try to do it differently. Color a bit outside the lines. And you might just find yourself creating the best practices copied by the next wave of learners.
Condivido il suo punto di vista, ma aggiungo un pensiero maturato nella mia esperienza personale: prima di dedicarti ad apprendere qualcosa – l’HTML, il filmmaking, il pianoforte, la pittura – poniti la domanda: è questa la mia vocazione? Oppure, semplicemente, è questa la cosa che voglio fare davvero? Perché, oggi più che mai, devi fare una cosa e farla bene.1
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Non vi ho convinti? Guardate Inventing on Principle di Bret Victor e How great leaders inspire action di Simon Sinek. Magari volete fare 1000 cose, ma dietro ci dev’essere un pensiero coerente e solido, una motivazione forte.↩
» How photography connects us (video) ∞
Come ho scritto in 2012 Feelmaking Recap:
[...] Dietro ogni film, ogni video, ogni opera, ogni app, ogni discorso c’è – o meglio, ci dovrebbe essere – una storia. Qualunque cosa tu intenda realizzare, racconta una storia.
Non l’ho scritto ma è chiaro che anche ogni fotografia racconta una storia, come spiega benissimo David Griffin nel TED Talk How photography connects us.
» Buoni propositi per il 2013 ∞
Il 2013 sta arrivando, ma siamo pronti a perseguire (anzi, perseguitare) i nostri obiettivi? Il bel post di Rady Cooper per Il Mac Minimalista ci viene in aiuto:
[...] Come si crea un’abitudine? Un giorno alla volta. Grazie, bella scoperta. Ma in soldoni che bisogna fare?
- Definire chiaramente l’obiettivo
- Tracciare i progressi
Avendo ben definito l’obiettivo [leggere 52 libri in un anno] e i passi per raggiungerlo [leggere una quarantina di pagine al giorno] uno sa già cosa deve fare. Invece, non definirlo è come brancolare nel buio più totale. Tanto vale rimanere fermi e aspettare improbabili soccorsi. Definire l’obiettivo è fondamentale.
Questo post è speciale per essere allo stesso tempo pratico e filosofico (ma quest’ultimo aspetto è più marginale). Assicuratevi di leggerlo prima di dopodomani.
» Il messaggio di Rita Levi Montalcini ∞
Rita Levi Montalcini, scomparsa oggi all’età di 103 anni:
Il messaggio che invio, e credo anche più importante di quello scientifico, è di affrontare la vita con totale disinteresse alla propria persona, e con la massima attenzione verso il mondo che ci circonda, sia quello inanimato che quello dei viventi.
Via Emanuele Menietti, condiviso da Diego Petrucci