Filmmaking
Quanti fotogrammi al secondo sono “abbastanza”?
Ultimamente si è parlato di film a 48p. Prima in Perché Lo Hobbit potrebbe sembrarti una fiction italiana, poi in Vuoi vedere il mio film in 2D, 3D o IMAX 3D? A 24p o 48p? Con o senza zucchero?, ho espresso alcune perplessità su questa nuova modalità di fruizione (non solo mie) ma voglio tornare un attimo sull’argomento semplicemente per segnalare una pagina in cui la questione dei fotogrammi al secondo viene spiegata in modo chiaro e soprattutto empirico, offrendo alcune informazioni e osservazioni fondamentali.
Allora quanti fotogrammi al secondo sono “abbastanza”? Non lo so, nessuno è ancora riuscito a capirlo.
Art of the Title, ovvero i titoli di testa come non li avete mai visti
Io sono un insaziabile fan delle sequenze iniziali di film e serie tv, i cosiddetti titoli di testa (ma spesso i titoli veri e propri passano in secondo piano). In passato vi mostrai un video (era una puntata di una webseries) dedicato all’arte del Title Design. Lo ripropongo qui perché merita una seconda visione.
Se l’argomento vi ha affascinato, o se come me siete innamorati di questo tipo di espressione artistica, dovreste visitare immediatamente Art of the Title – leading online resource of title sequence design, spanning the film, television, conference, and videogame industries – fondato da Ian Albinson e realizzato da CactusLab… Continua la lettura.
Dieci passi per avere un mega-super-iper-successo e vincere tanti premi
Il web ormai è invaso da post scritti e pubblicati con l’unico scopo di essere letti e condivisi. Creazione e fruizione dei contenuti diventano in questo modo pratiche fini a sé stesse.
Philip Bloom, filmmaker e blogger del quale parlo spesso, ha scritto in un post intitolato ironicamente “Dieci passi per ottenere un mega successo nel settore video e vincere tantissimi premi!”:
I see this sort of thing everywhere! 10 steps to losing weight, 10 steps to increasing your mental capacity, 10 steps to pleasing you woman! There is no magical list to follow BUT there are many things that you should think about that will help you stand out from the crowd.
Un anno di Final Cut Pro X
È passato un anno dal lancio di Final Cut Pro X. Sono stati espressi molti pareri, spesso discordanti, e il software si è evoluto ed è migliorato considerevolmente.
One year ago, on June 21st, 2011, Apple released Final Cut Pro X, Motion 5, and Compressor 4 to the world. Since then, the editing community has gone through a major transition. *
Ricordo ancora il video della presentazione avvenuta al NAB 2011 (e la prevedibile reazione di Hitler), l’acquisto al day one e le prime reazioni. Citando ancora Connor Crosby, “frustration was in the air”.
Nel mio post Final Cut Pro X: un pessimo inizio analizzai la situazione e riportai alcuni commenti autorevoli sul nuovo software, mentre qualche altra impressione la riportai in Final Cut Pro X o iMovie Pro?.. Continua la lettura.
70+ risorse per filmmakers
Grazie a videocamere e reflex sempre meno costose, e applicazioni professionali sempre più accessibili, oggi niente può impedirti di diventare un filmmaker! Il web offre un’infinità di risorse per cominciare e migliorare, ecco quindi una raccolta (in costante aggiornamento) per orientarti in questo sterminato universo di conoscenza. Cominciamo!
Nozioni di base
Prima di imparare ad usare i ferri del mestiere, è necessario apprendere le basi del digital video e del filmmaking in generale. Questo è un passaggio fondamentale, soprattutto se si vuole evitare di avere problemi successivamente. In particolare la comprensione dei meccanismi di compressione dei video è estremamente sottovalutata… Continua la lettura.
» Il finale di Lost e l’architetto di Matrix ∞
Damon Lindelof, sceneggiatore noto al grande pubblico soprattutto per il suo lavoro come co-creatore, produttore e sceneggiatore di Lost – ma il cui nome è purtroppo molto meno noto di quello di JJ Abrams – parla a Joshua Topolsky di The Verge del finale di Lost, della scrittura delle serie televisive e di altre cose interessanti (fidatevi). Attenzione però, l’intervista è piena di spoiler (e non poteva essere altrimenti).
Di Topolsky mi è piaciuta l’onestà quasi ingenua, mentre tra le risposte di Lindelof mi ha colpito in particolar modo quella in cui lo sceneggiatore descrive il finale di Lost e l’architetto di Matrix come le due opposte modalità in cui una narrazione può dare risposte al pubblico: rispettivamente in modo troppo ambiguo o troppo esplicito (come se gli autori sentissero di dovere al pubblico delle spiegazioni). Suggerisce quindi, con grande umiltà, che probabilmente ‘il modo giusto’ si trovi tra le due cose. Ma personalmente ritengo che ‘il modo giusto’ non sia interessante.
» Full Frame Shootout ∞
Consiglio di vedere questo video-confronto di Nikon D800, Nikon D4 e Canon 5DmkIII di Philip Bloom non solo per conoscere queste DSLR, ma anche per approfondire alcune problematiche molto comuni (come aliasing e moire) e imparare qualche trucco del mestiere. Il video dura mezz’ora, ma stiamo parlando di Philip Bloom, quindi si tratta di un video che scorre ed è ricco di informazioni preziose.
» Ops! Ho eliminato Toy Story 2 ∞
Non molto tempo fa mi è capitato di premere accidentalmente una combinazione di tasti (Cmd+Backspace) e di svuotare in seguito il Cestino. Mi sono accorto poco dopo di aver cestinato la cartella di oltre 60 GB dove tengo i miei file personali sul Mac. Ho comunque mantenuto la calma e ripristinato la cartella dal mio backup Time Machine, ma non nego di aver avuto un piccolo attacco di panico quando ho capito che quella cartella, proprio quella, era svanita nel nulla. Bene, successe una cosa del genere alla Pixar quando rischiarono di eliminare del tutto Toy Story 2 prima dell’uscita nelle sale.
via 512 Pixels
» I suoni dei vendicatori ∞
Christopher Boyes spiega come sono stati realizzati i suoni del film The Avengers. Niente di troppo tecnico o noioso, anzi. In particolare si sofferma sulla creazione della “voce” di Hulk (molto interessante). Del video mi ha affascinato anche l’entusiasmo di chi ha avuto la fortuna – ma la fortuna c’entra pochissimo – di lavorare a una produzione del genere.
» Un’esplosione di creatività ∞
Quante volte abbiamo sentito dire che oggi siamo sopraffatti dai contenuti? Che c’è l’information overload? Che non abbiamo nemmeno il tempo di consumare tutto quello che i media ci propinano? È tutto vero, ma la realtà è che oggi più che mai le gente si appropria dei contenuti, li trasforma e rimescola come preferisce e li getta nuovamente in quel calderone che è il web. Oggi tutto è un remix (ma è sempre stato così). Stiamo parlando della cultura partecipativa, che trova nella fan art una delle sue espressioni più creative.
Il video fa parte della web-series Off Book sull’arte contemporanea e la cultura sperimentale e innovativa. Ho già pubblicato su Feelmaking un episodio della serie, che quindi consiglio di seguire (volendo tramite Twitter).
» Cosa fa davvero uno sceneggiatore? ∞
In questo video realizzato dall’Academy gli sceneggiatori Lawrence Kasdan, Dick Clement, Brian Helgeland, John August, Callie Khouri, Billy Ray, Scott Frank, Marc Norman, Phil Alden Robinson, Ted Griffin e Robin Swicord ci parlano di certi pregiudizi che le persone hanno su chi fa il loro mestiere, e ci dicono in cosa questo consiste davvero.
Screenwriters are real writers. We are dramatists and our medium is the screen.
» The Art of Film and TV Title Design ∞
Nei film e nelle serie televisive i titoli di testa non servono solo a mostrare i nomi del cast, ma sono soprattutto uno strumento essenziale per dirci qualcosa su quello che stiamo per vedere, e sullo stile e l’atmosfera del prodotto. Inoltre rafforzano il brand e diventano talvolta molto popolari (pensate alla sigla di Dexter). Ecco un video molto interessante sull’argomento.
Perché Lo Hobbit potrebbe sembrarti una fiction italiana
Jim Vejvoda di IGN ha visto in anteprima 10 minuti di Lo Hobbit – Un Viaggio Inaspettato di Peter Jackson. Non gli sono piaciuti. Il film è 3D, ma la sua particolarità è un’altra: è girato, e proiettato, a 48 fotogrammi al secondo. Quelli che seguono sono dei tecnicismi, ma costituiscono il cuore della riflessione. Prima di tutto, vi ricordo che un film viene normalmente proiettato a 24 fotogrammi al secondo. L’alta definizione invece, almeno qui in Europa, la guardiamo a 25fps. La televisione invece è a 50 semiquadri al secondo (diciamo che sono dei fotogrammi, ma dovreste leggere qui per non avere dubbi)… Continua la lettura.
Domande frequenti su Final Cut Pro X + Risorse per filmmakers
Spesso mi vengono inviate per email, o sui social network, alcune domande piuttosto comuni riguardanti Final Cut Pro X. Rispondo sempre con piacere (quando trovo il tempo), ed è anche un’occasione per me per approfondire certi argomenti. Ho pensato però che potesse essere utile pubblicare qui alcune risposte in modo che chiunque possa leggerle, integrandole con altre informazioni preziose e risorse utili anche ai filmmaker che utilizzano altri software. Quando aggiornerò il post lo segnalerò su Twitter e Facebook.
Frequently Asked Questions
Final Cut Pro X è un iMovie Pro? Cosa cambia rispetto a Final Cut Pro 7?
A qualcuno a Hollywood piace Final Cut Pro X
Il direttore generale di Electric Entertainment, lo studio che produce lo show Leverage, e il registra di quest’ultimo, hanno deciso di strutturare tutta la lavorazione della quinta stagione della serie intorno a Final Cut Pro X. La pagina ufficiale è ricca di informazioni sul workflow adottato, e fa capire chiaramente come Final Cut Pro X possa essere inserito in un ambiente professionale. Inoltre, come potete vedere, curiosamente nella “Gear List” non c’è il Mac Pro, ma solo iMac e MacBook Pro.
Ecco alcuni punti del workflow, tradotti per voi:
- I giornalieri arrivano per ognuno dei sette giorni di lavorazione e sono organizzati, ogni giorno, nell’Evento principale in Final Cut Pro X.
Un video spettacolare ci fa capire il color grading
Non tutti sanno cos’è il color grading, e tra quelli che lo sanno molti non hanno davvero idea di quale sia l’impatto della color in un video, uno spot, un film. L’editor e colorist Scott Maclean ci mostra in un video straordinario il suo lavoro di color per uno spot della Powerade, mettendo in evidenza, tra l’altro, il complesso lavoro di matting e tracking, fondamentali per dare allo spot un look così intenso e potente.
Apprezziamo un lavoro di scomposizione come questo perché ci fa capire quanto sia importante ed elaborato il lavoro di un colorist. La realizzazione di questo breakdown ha richiesto ben 15 ore di lavoro, ovvero 5 in più rispetto al vero e proprio color grading… Continua la lettura.
Michael Caine ci insegna a recitare
Grazie a FilmmakerIQ ho scoperto un seminario di recitazione del 1987 condotto da Michael Caine, un attore che non si può non amare. Sono 6 video per un totale di circa 1 ora di filmato, da guardare assolutamente se si è appassionati di recitazione e di cinema in generale (li ho inseriti in fondo a questo post).
Nei film, durante le scene di dialogo, solitamente preferisco guardare non chi parla, bensì chi ascolta. Ho sempre trovato più interessante il modo in cui un attore reagisce, rispetto al modo in cui agisce, e credo che il suo talento si misuri soprattutto in questo modo… Continua la lettura.
Dietro le quinte: Henry e Bononia, effetti visivi e motion graphics
Nelle ultime settimane non sono sempre riuscito a rispondere a tutte le mail, e talvolta nemmeno a tutte le menzioni su Twitter, perché 3 impegni hanno occupato gran parte del mio tempo. La produzione dello spot “Bononia” per il contest audiovisivo “Univercity: vivere e studiare a Bologna”, la realizzazione di clip e grafiche per il marketing su Facebook e YouTube dell’ultimo film di Alessandro Piva “Henry” (per il quale mi sono anche occupato degli Effetti Visivi) e lo studio per l’esame di Semiotica dei Media (ma questa è un’altra storia). Voglio condividere con voi alcuni dettagli sui software che uso, qualche tip e dei consigli su come ottimizzare il lavoro… Continua la lettura.
Una lettera a Stanley Kubrick
Ci sono invenzioni straordinarie che oggi diamo per scontate. Una di queste è la steadycam, inventata negli anni 70 da Garrett Brown. Nel 1980, dopo alcune sperimentazioni insoddisfacenti di altri registi, Stanley Kubrick usò la steadycam per girare il suo film The Shining. Fu Jan Harlan – produttore esecutivo del film – a scrivere nel febbraio del 1976 al regista a proposito di questa nuova invenzione. Riporto qui sotto la mia traduzione della lettera, che mi ha conquistato per l’entusiasmo che trasmette. Inoltre mi ha fatto riflettere, ancora una volta, sul rapporto sempre vivo e fertile che c’è tra arte e tecnologia… Continua la lettura.
La velocità non è tutto
Mi è capitato di leggere un’interessante intervista di Steven Awalt a Steven Spielberg a proposito del rapporto di quest’ultimo con il cinema digitale – con particolare riferimento al film War Horse (tratto dall’omonimo romanzo di Michael Morpurgo) in uscita nelle sale a gennaio. Vi invito a leggere l’intervista, che si trova su Facebook. Come già sapevamo, Spielberg ha un debole per il montaggio lineare, su pellicola. Io sono un nativo digitale, quindi il fatto che il regista preferisca l’analogico al digitale potrebbe non andarmi particolarmente a genio, ma dell’intervista mi ha colpito un elemento in particolare: il motivo per il quale Spielberg preferisce l’analogico al digitale e… Il digitale all’analogico: la velocità… Continua la lettura.