Filmmaking

L’alcool et la route (come votare)

Qui sotto potete vedere il video ho realizzato insieme ai Bitchachos Daniele Bisceglia, Gaetano Naducci e Francesco Gentili — e con l’aiuto di Francesco Castellana (nel ruolo del protagonista), Domenico Calella, Beatrice Guerra, Martina Baldacci, Vincenzo Ciannavei e Iago — per il contest L’Alcool Et La Route.

I titoli sono in francese quindi metto qui sotto una traduzione approssimativa delle scritte, così potete capirci qualcosa:

Oh mio Dio, sta per guidare!

Non posso permetterglielo…

Potrei… O forse… Meglio di no.

Questo… Dentro questo. DENTRO QUESTO.

Farò… Tutto ciò… Che sarà necessario.

Se il video ti piace e vuoi aiutarci a vincere, basta cliccare su Voter maintenant e poi sul tasto Facebook per completare velocemente la registrazione e quindi votare… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 5 dicembre in Filmmaking

» L’obiettivo finale è quello di raccontare una storia 

Dalla mia intervista per Mario Palomba su Fuori Corso:

Prima di tutto un invito: non perdete tempo a mettere in piedi un gruppo super-professionale con sito web, video blog su YouTube o chissà cos’altro. Fatevi venire in mente molte idee, e scartatene moltissime. Le buone idee si rivelano a noi perché rimbalzano nella nostra testa anche quando abbiamo altro a cui pensare, cioè quasi sempre. Le riconosciamo perché ci inseguono, ci perseguitano a volte. Le idee sono tutto, fare video perché è una cosa “cool” e lo fanno anche gli altri non serve a nulla. Non fatelo per le visualizzazioni, per i soldi, per i “Mi piace”. Fatelo perché vi piace farlo, sapete farlo (o almeno state imparando) e avete qualcosa da dire. Non scordatevi mai che l’obiettivo finale di un video deve essere quello di raccontare una storia, grande o piccola che sia. Pensate a quello che volete raccontare, e come volete raccontarlo, in ogni fase del lavoro. Tutto il resto è secondario.

21 ottobre

Perché Encounter avrà successo

L’ultimo aggiornamento della mia campagna di crowdfunding:

Buongiorno contributori! La campagna avanza lentamente, ma avanza. Voglio spiegarvi perché avrà successo.

Raggiungerà l’obiettivo perché crediamo in un Cinema Indipendente senza compromessi, sostenuto dalle persone in un momento in cui nessun produttore penserebbe mai di finanziare un film di questo genere, in questo Paese.

Ma dipende tutto da voi. Noi ci mettiamo la passione, la serietà, il talento, la dedizione, l’ispirazione, il sudore, la voglia di fare. Voi ci mettete nelle condizioni di fare tutto questo, perché volete guardare avanti, oltre il cinismo e la mediocrità.

Nella vita spesso mi sono guardato intorno scoprendo talenti sopiti, potenziali inespressi, progetti interessanti che potevano nascere ma non hanno avuto il supporto necessario, persone in gamba ma senza una visione, una coordinazione, un obiettivo chiaro.

.. Continua la lettura.

Io, Bologna dipendente: la genesi di un mockumentary di 60 secondi

Voglio condividere con voi la genesi del video “Non potrete più farne a meno” – o come l’ha chiamato Repubblica, “Io, Bologna dipendente” – e alcune riflessioni scaturite dalla sua realizzazione. È il primo video che scrivo e dirigo ed è motivo di grande soddisfazione in quanto ha ricevuto il primo premio nel contest Next Stop: Bologna – contest al quale avevamo già partecipato con Bononia, vincitore del secondo premio.

Lunedì 8 aprile 2013, nel pomeriggio, mi è venuta l’idea per un video da inviare, appunto, al contest Next Stop: Bologna sulla piattaforma Userfarm. Insieme ad altri tre ragazzi – Daniele Bisceglia, Francesco Gentili e Gaetano Narducci – stavo già realizzando, proprio per questo contest, un video che abbiamo cominciato a girare quello stesso pomeriggio, ma alla fine il risultato non ci ha convinti e il montaggio non è stato ultimato… Continua la lettura.

Non affezionarti alle carte

Nell’articolo How a ‘New Girl’ script gets made: From outline to final cut on ‘TinFinity’, in riferimento ad una battuta molto divertente pensata in fase di scrittura, l’autore Alan Sepinwall1 scrive:

The line, like so many that are a big hit in a sitcom writers room, will not survive to the final version, in part because the story changes to leave no place to put it.

Questo breve paragrafo mi ha fatto venire un mente un principio pokeristico molto importante: non bisogna affezionarsi alle carte. Capita di avere delle belle carte in mano, e continuare a vedere le puntate degli altri pur di non foldarle, anche se sappiamo bene che non ci porteranno da nessuna parte… Continua la lettura.

The Perfect Script Writing Workflow

I was very exited when I discovered the Fountain.io syntax. I’m a huge Markdown lover and the idea of being able to write a film script without having to worry about formatting, fonts and layout issues was a dream come true. The biggest benefit of this approach, for me, was that now I could finally start to write my scripts with iA Writer, my text editor of choice. To have a perfectly formatted PDF script I just needed to export my text file with one of the Fountain compatible apps. I chose Highland by John August, Nima Yousefi, and Ryan Nelson: it’s well designed, easy to use, and fast… Continua la lettura.

» Come scrivere una scena 

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Realizzata da Ryan Rivard a partire da questo post di John August – di cui ho scritto recentemente.

27 febbraio

» ‘Useful information about screenwriting’ 

Se scrivete sceneggiature, o vorreste scriverle prima o poi, il blog di John August (sceneggiature di Frankenweenie, La Fabbrica di Cioccolato, Big Fish) è un’autentica miniera da esplorare (usando il campo di ricerca o questa pagina).

Anche il podcast è notevole, oltre ad essere estremamente piacevole da ascoltare (anche grazie a Craig Mazin).

15 febbraio

Contrasto e altri dettagli nelle serie TV

Qualche giorno fa, guardando l’ennesima puntata di una serie TV americana, mi sono reso conto di un fenomeno sottile ma onnipresente: anche quando la fotografia e la color di queste serie è di alto livello, spesso il tutto viene appiattito a livello cromatico, come quando imposto il Technicolor Cinestyle sulla mia 600D. La cosa mi ha dato così fastidio che in un caso ho persino regolato la gamma del mio player (Movist) per avere un’immagine più corposa (nell’immagine sotto, estratta da The Following, l’effetto è volutamente esagerato).

gamma adjust

Ho continuato a chiedermi, comunque, come mai l’ottima fotografia di certi show è compromessa nella post-produzione in questo modo… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 9 febbraio in Filmmaking, Television

Il problema è l’italiano

Per anni mi sono chiesto cosa c’è che non va negli attori italiani. Su 100 performance attoriali che vedo, 5 mi convincono davvero. Inoltre anche quelle decenti, spesso fanno comunque trapelare il fatto che ci troviamo di fronte ad un attore italiano. Non sappiamo recitare, allora? Non proprio. Penso agli attori italiani che recitano nei film americani: mi danno un’impressione in qualche modo diversa (sì, ok, potrebbe essere una suggestione). A questo discorso ne ho connesso un altro: io ascolto podcast americani e podcast italiani, e i primi mi sembrano sempre decisamente più spontanei – come se gli host stessero “recitando bene” – rispetto a quelli nostrani, decisamente più impacciati… Continua la lettura.

Elevare i fini

Spesso mi sono chiesto come mai, in Italia, facciamo le cose peggio che altrove. Qualcuno storcerà il naso perché facciamo delle gran belle cose, noi italiani, e le abbiamo sempre fatte, anche meglio degli altri. Ma c’è un ambito in particolare che mi ha suggerito che non è sempre così: i cortometraggi e i film indipendenti. Ho visto infatti anche i prodotti più scadenti essere selezionati ai concorsi e persino vincere dei premi, ottenere sovvenzioni e riscuotere successo in rete. Sembra quasi che si apprezzi più l’impegno del prodotto, e questo è un atteggiamento davvero corrosivo. Ho la sensazione che noi mediterranei abbiamo questa tendenza ad essere sempre ‘consolati’ anche quando produciamo schifezze, e questo fatto dovrebbe essere legato alla cosiddetta figura della Grande Madre: concretamente prima e metaforicamente dopo, anche quando creiamo una schifezza qualcuno la apprezzerà e ci dirà che va bene così; noi saremo così legittimati a non migliorare… Continua la lettura.

» It’s Courier, just better. 

courier_prime

In questo post c’è la storia del font Courier e soprattutto si parla della nuova versione migliorata Courier Prime realizzata da Alan Dague-Greene per Quote-Unquote Apps. È stata realizzata anche rivolgendosi agli sceneggiatori, che vivono di pane e Courier da sempre.

Conoscevo già Quote-Unquote Apps grazie all’applicazione Highland, che uso tutti i giorni per scrivere, esportare e stampare sceneggiature, usando la pratica sintassi Fountain. Se volete scoprire qualcosa di più a questo proposito leggete qui.

29 gennaio

» Robert Rodriguez spiega come ha girato ‘El Mariachi’ 

Regia e montaggio non sono due cose separate, ma al contrario sono le due facce della stessa medaglia. In questo video Robert Rodriguez racconta come ha fatto a girare certe scene di El Mariachi con un budget molto limitato, e nel farlo spiega come ragiona un regista/montatore sul set (ed è questa la cosa che mi ha affascinato maggiormente).

Una piccola nota: Rodriguez ha scritto, prodotto e diretto questo film, e si è anche occupato di fotografia, montaggio ed effetti speciali. Tutto questo nel 1992. Ecco.

Segnalato da Michelangelo Ciuffreda

18 dicembre

Lo Hobbit e i maledetti 48 fotogrammi al secondo

Ad aprile di quest’anno scrissi del ‘problema’ dei 48 fotogrammi al secondo. Adesso che Lo Hobbit – Un Viaggio Inaspettato è nelle sale possiamo tornare sull’argomento con maggiore cognizione di causa. Non avendo ancora visto il film, però, non posso aggiungere molto altro a quanto già detto, al contrario di Mike Ryan dell’Huffington Post che, dopo aver visto il film, scrive che le immagini di una pellicola (si fa per dire) a 48 fotogrammi al secondo sono troppo realistiche:

It’s possible for an image to look so clear that it no longer looks real. Or so real that it takes you out of the film.

.. Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 4 dicembre in Filmmaking

Weekly Bits: Geeky Gifts

Natale si avvicina e non sapete cosa regalare agli amici nerd? Prima di tutto c’è la Holiday Gift Guide di The Verge. Mi piace anche il catalogo natalizio di Tools and Toys. Infine c’è sempre The Wirecutter, una fantastica lista di tutti i migliori gadget tecnologici disponibili al momento. Inoltre, visto che il 25 è il mio compleanno, siete liberi di scegliere un prodotto da una delle raccolte di cui sopra e spedirmelo. Grazie. Vi lascio ai link adesso.

  • TL;DR è un nuovo sito che sintetizza le news per farcele leggere ‘al volo’. «The news articles are too lengthy.

  • .. Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 23 novembre in Filmmaking

Vi presento EasyPodcast

Dopo alcune decisive settimane in cui ho fatto non poca fatica a conciliare vacanze, studio, fitness e lavoro, eccomi qui che vi scrivo, finalmente, che Easy Podcast è online.

Non voglio rivelarvi troppo in questo post perché preferisco che scopriate tutto da soli e non voglio farvi perdere tempo, ma ci tengo a dire che quello ideato da Federico Travaini e Luca Zorzi è uno dei progetti più ambiziosi di cui io abbia avuto la fortuna di far parte. Questo è il primo network italiano di podcast e farà sicuramente molta strada, anche grazie all’entusiasmo di coloro che già seguivano EasyAppleContinua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 19 settembre in Filmmaking, News, Tecnologia

Altre riflessioni sul ritorno del cavaliere oscuro

Torno a parlare de Il cavaliere oscuro – Il ritorno, dopo averne già scritto qui, per riportare i pareri di chi ha individuato nel film alcuni problemi, anche grossi. Ripeto che a me il film, nel complesso, è piaciuto, ma non fa male riflettere un momento sugli aspetti meno riusciti della pellicola.

Daniele Daccò scrive su Orgoglio Nerd:

Batman illude lo spettatore rendendo plausibili nel contesto cose come un pugno che guarisce una spina dorsale, una donna in tacchi che stende decine di rapinatori o un nerboruto giovinotto con un respiratore sulla faccia, allo stesso identico modo (per esempio) di Iron Man che rende credibile nel contesto che Stark sia in grado di costruirsi un’armatura in una grotta.

.. Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 12 settembre in Filmmaking, Pensieri

Dietro le quinte di un fenomeno virale

Steve Streza, che seguo ormai da diverso tempo, ha realizzato un mashup che è diventato inaspettatamente un fenomeno virale. Su questo blog più volte ho scritto di fenomeni di questo tipo, ma generalmente non c’è stato modo di andare a spiare dietro le quinte per capire cosa succede prima che un video (o qualunque altro tipo di contenuto) si diffonda viralmente. L’autore del video di cui stiamo parlando ha scritto sul suo blog di questa esperienza, dall’idea fino alle reazioni e condivisioni, in un post che dovete assolutamente leggere se siete anche solo vagamente affascinati dall’argomento… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 9 settembre in Filmmaking

» Trailer vs. Film 

Vi è mai capitato di guardare e riguardare il trailer di un film, appassionandovi ad esso come se fosse un prodotto autonomo? A me è capitato con Jarhead, Miami Vice, Chronicle e molti altri. In alcuni casi il trailer mi è piaciuto più del film, mentre in altri è avvenuto il contrario, per esempio con Drive. È a partire dal trailer di The Dark Knight Rises, film che ho avuto la fortuna di vedere in anteprima, che si sviluppano le riflessioni di Elliott Prasse-Freeman e Sayres Rudy:

Il potere affettivo e simbolico dei trailer fa sì che essi producano flussi di immagini ed emozioni che potenzialmente vanno al di là della narrazione del film. Diventano più reali di ciò che rappresentano.

26 agosto

Curiosità ‘visive’ su Breaking Bad

In una intervista (qui la seconda parte) per Ask A Filmmaker di Kodak.com, il direttore della fotografia di Breaking Bad Michael Slovis rivela alcune curiosità molto interessanti sulla serie. Il mio interesse verso questa intervista non è dovuto solamente al fatto che sono un fan dello show, ma anche al fatto che le risposte di Slovis ci permettono di capire quanto e soprattutto come si lavora ad un episodio di una serie high-concept come questa.

Ogni episodio di Breaking Bad viene girato in 8 giorni, e il tipico giorno lavorativo è di 12 ore – ma in realtà ne vengono trascorse sul set quasi 13… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 31 luglio in Filmmaking