Best of Feelmaking

Io e la tecnologia

Una piccola premessa: questo post è un flusso di pensieri, senza una vera formattazione, una scansione in argomenti o idee. È confusionario, forse persino contraddittorio. Ma il fatto che lo stia pubblicando comunque è forse legato in qualche modo ai suoi stessi contenuti. Parlando con un amico pochi giorni fa, ho avuto modo di riflettere su come ci rapportiamo, oggi, con le cose che amiamo e con le cose ci appassionano, e su come la tecnologia stia in un certo senso rendendo le cose un po’ complicate. Mi sono accorto che nel tempo del tutto e subito siamo diventati collezionistiContinua la lettura.

The missing standard for todo apps

In the video-editing field XML is used as a standard to move projects from one software to another. This is an important feature that allows us to switch application and even operating system in an easy way while we’re working on a project. Some information is lost in the process, but most of the times the transition is possible and hassle-free. This kind of behavior is so important that when a company like Apple delivers an editing platform that doesn’t support the XML import/export standard (think about the initial release of Final Cut Pro X) people start to legitimately criticize it and move to other solutions… Continua la lettura.

Readability for Mac

C’è un’app di cui sento la mancanza sul mio Mac: un client nativo per Readability. Esiste infatti un’app ufficiale per iOS (ma è piuttosto lenta) e da poco è presente nell’App Store la nuova versione di Reeder che supporta Readability in modo superbo. La versione per iPad dell’app di Silvio Rizzi riceverà tra alcuni mesi il corposo aggiornamento, mentre per quanto riguarda il Mac dovremo aspettare ancora molto. Oggi ho realizzato in Photoshop quella che secondo me potrebbe essere l’interfaccia utente di un client nativo e ufficiale per Mac. Cliccate sulle immagini qui sotto per vedere le versioni complete… Continua la lettura.

Centoquaranta caratteri

Though the 140-character format is a constraint, it need not be seen as a limitation, [..] this characteristic of Twitter can also be seen as an advantage. The brevity of messages allows them to be produced, consumed, and shared without a significant amount of effort, allowing a fast-paced conversational environment to emerge. The varied approaches users take in addressing constraints reveal what they value in specific messages and in Twitter as a conversational environment.

Ho estratto questa citazione (che proviene da qui) dall’ottimo lavoro di Gianfranco LanzioTwitter for Brands’. Come probabilmente già sapete, i noti limiti di Twitter (140 caratteri per tweet, 15 caratteri per username…) erano dovuti inizialmente alla natura del servizio che avveniva tramite SMS… Continua la lettura.

Perché non dovresti cliccare ‘Mi piace’

Qualcuno, ogni tanto, scrive di come e quanto sono diversi Facebook e Twitter. Su quest’ultimo funzionano molto bene i tweet che denigrano il primo offendendone gli utenti – io stesso sono stato testimone di questo fatto quando ho ricevuto una moltitudine di RT esprimendo qualche parere non proprio entusiasta sul social network di Zuck. Ma al di là delle differenze più evidenti, ovvero quelle sulle quali sembrano essere tutti d’accordo e sulle quali quindi mi sembra inutile soffermarsi ulteriormente, ce n’è qualcuna che può venir fuori solo grattando pazientemente la superficie. Si tratta di qualcosa che non riguarda tanto le nostre abitudini sociali, quanto il modo stesso in cui comunichiamo, che è più condizionato di quanto non siamo disposti ad ammettere dai mezzi di cui disponiamo… Continua la lettura.

I podcast durano troppo?

Federico Viticci si chiede se sia l’unico a pensare che la maggior parte dei podcast sono troppo lunghi. Vorrebbe che durassero una ventina di minuti e che arrivassero dritto al punto. Non è l’unico. Io adoro le elucubrazioni tecnologiche di Diego Petrucci e Filippo Corti, ma ammetto che a parte il loro podcast (e qualche volta l’ottimo EasyApple) non riesco a seguirne altri perché non ho tempo – o penso di non averne.

Non sarebbe male se i creatori dei podcast potessero taggare spezzoni delle loro puntate con un sistema simile alle keywords di Final Cut Pro X e inserire la suddivisione così creata direttamente nel feed… Continua la lettura.

Vuoi vedere il mio film in 2D, 3D o IMAX 3D? A 24p o 48p? Con o senza zucchero?

Photo Credit: (NASA/Paul E. Alers)

Prima di tutto, per chi non avesse letto il mio precedente post sull’argomento, la prima proiezione di 10 minuti dell’ultima fatica di Peter Jackson Lo Hobbit – Un Viaggio Inaspettato ha lasciato un po’ perplessi. I 48 fotogrammi al secondo non convincono, per vari motivi. Ma Peter Jackson è fiducioso:

Ci vuole un po’ per abituarsi. Dieci minuti sono pochi, probabilmente ci vuole un po’ di più. Una cosa che penso che abbia influito è il fatto che è diverso guardare un po’ di scene montate rapidamente una dietro l’altra e un’intero film.

Ho scoperto poi che le riprese di quella discussa proiezione – che secondo Jim Vejvoda «sembrano televisive e fanno pensare al video in alta definizione» – erano prive di color grading e persino gli effetti visivi non erano definitivi… Continua la lettura.

Perché Lo Hobbit potrebbe sembrarti una fiction italiana

Jim Vejvoda di IGN ha visto in anteprima 10 minuti di Lo Hobbit – Un Viaggio Inaspettato di Peter Jackson. Non gli sono piaciuti. Il film è 3D, ma la sua particolarità è un’altra: è girato, e proiettato, a 48 fotogrammi al secondo. Quelli che seguono sono dei tecnicismi, ma costituiscono il cuore della riflessione. Prima di tutto, vi ricordo che un film viene normalmente proiettato a 24 fotogrammi al secondo. L’alta definizione invece, almeno qui in Europa, la guardiamo a 25fps. La televisione invece è a 50 semiquadri al secondo (diciamo che sono dei fotogrammi, ma dovreste leggere qui per non avere dubbi)… Continua la lettura.

Il nuovo Facebook è peggiore del vecchio che era migliore di quello prima

The Hacker Way is an approach to building that involves continuous improvement and iteration. Hackers believe that something can always be better, and that nothing is ever complete. They just have to go fix it — often in the face of people who say it’s impossible or are content with the status quo.*

Così scrive Mark Zuckerberg in una lettera ai potenziali investitori. Queste parole hanno finalmente reso chiaro e limpido nella mia testa quello che ritengo essere un grave problema di Facebook e del web in generale (se non addirittura della tecnologia odierna, ma non mi voglio sbilanciare) che fino ad oggi non ero riuscito a mettere a fuoco… Continua la lettura.

Togliti immediatamente da Instagram!

Facebook ha comprato Instagram per un miliardo di dollari. Quello che c’era da dire è stato detto. È chiaro che l’app economy non è uno scherzo. Non è una moda. La cosa buffa è che c’è gente che ha eliminato il proprio account immediatamente dopo l’acquisizione, ma in effetti non è cambiato assolutamente nulla. L’ho scritto su Twitter e lo ripeto qui: perché eliminare un’app che funziona perfettamente a seguito di un’acquisizione? Non facciamo i masochisti, aspettiamo che peggiori almeno.

Persino la pagina Facebook di Instagram è inondata di faccine tristi e condoglianze.

C’ho anche scherzato su, ma davvero mi sembra che la gente si faccia troppe paranoie… Continua la lettura.

Breve guida alla compressione video

A pochi mesi dalla prima stesura, ecco la versione 1.1 della mia guida alla compressione video, dedicata sia a coloro che si stanno affacciando al mondo del montaggio video, sia coloro che hanno più esperienza, ma ancora qualche dubbio. Il linguaggio è chiaro e semplice, quindi anche i “non addetti ai lavori” potrebbero trovare interessanti gli argomenti trattati. Vi invito a consultare le note che ho inserito, per approfondire e consolidare le conoscenze.

1 Cos’è un codec?
2 La compressione video
2.1 Interlacciato vs. progressivo & framerate
2.2 Compressione video lossy: intraframe vs. interframe
2.3 Compressione video lossless
Note

Cos’è un codec?.. Continua la lettura.

iBooks Author e Final Cut Pro X: la democratizzazione dei contenuti

Ieri Apple ha presentato nella suggestiva cornice del Guggenheim Museum di New York iBooks Author (tra le altre cose), un’applicazione gratuita per realizzare splendidi eBook con capacità multimediali, motore di ricerca interno, glossario integrato, JavaScript, HTML e non solo. Uno strumento – ripeto, gratuito – potentissimo che per la prima volta mette la produzione e distribuzione di contenuti di questo tipo nelle mani di tutti. Scrive Buster Heine su Cult of Mac (traduzione di iPhoneItalia):

Cosa hanno in comune Williamo Faulkner, J.K. Rowling, George Orwell, Scott Fitzgerald e Stephen King? Tutti sono stati respinti da varie case editrici quando hanno cercato di pubblicare il loro primo romanzo.

.. Continua la lettura.

Il Notification Center non è molto intelligente

A volte mi capita di ricevere una notifica di Facebook sull’iPhone ma non sul Mac. A volte la ricevo sul Mac e non sull’iPhone. A volte sull’iPhone ricevo sia la notifica, sia la notifica della mail che segnala la presenza di una notifica. C’è chi impazzisce per molto meno.

A volte – ahimé – non mi arriva alcuna notifica, ma poi fortunatamente vedo la mail. Però può capitare che la mail finisca nello spam, che guaio. Ma a volte, quasi per magia, tutti i display che ho intorno s’illuminano richiamando la mia attenzione su una menzione di Twitter. Ogni dispositivo vibra o squilla o lampeggia in modo diverso – con una differita di qualche secondo o qualche minuto – per segnalare la stessa cosa… Continua la lettura.