Post di Fabrizio Rinaldi
» Internet Explorer è il male ∞
Owen Williams riporta quello che un web developer ha scritto su Reddit a proposito di Internet Explorer:
First they implement your stuff, then they introduce incompatibilities, and then, through the power of monopoly, they pushed the original inventor out of the game.
Weekly Bits: Si parla e si scrive
Si parla di tecnologia, si scrive di tecnologia. Non ci si stanca mai perché le cose da dire e da scrivere non finiscono mai. Perché io lo faccio l’ho scritto qui e recentemente ho cominciato anche a scrivere in inglese. Alcuni dei miei blogger preferiti scrivono su Read & Trust, ma ho l’impressione che il nuovo progetto di Marco Arment The Magazine farà la differenza. Ho letto un articolo della prima edizione di questa nuova rivista digitale e ne sono rimasto davvero colpito.
-
Molti odiano l’icona Edicola su iOS. Ecco un trucchetto per sbarazzarsene. Io trovo che The Magazine di Marco Arment sia un buon motivo per non nasconderla.
» Pausa Caffè #4: Come le archiviamo ∞
Nonostante il raffreddore è venuta fuori proprio bene anche la quarta puntata del podcast, merita un ascolto.
Vi ricordo anche questa volta di votarci su iTunes, e se avete un minuto scrivete anche una bella recensione.
Una nota importante: delle persone che mi limiterò a definire troll, ma vorrei etichettarle in modo più incisivo, hanno letteralmente preso d’assalto il fantastico podcast condotto da Maurizio Natali per EasyPodcast. Se vi va, andate su iTunes e segnalate le loro recensioni insulse, e dove c’è scritto “Ti è stata utile questa recensione?” cliccate su “No”. Grazie.
Perché scriviamo di tecnologia?
Qualcuno potrebbe dire che i miei trattati tecno-filosofici affrontino temi futili, non fondamentali. Ma cos’è davvero fondamentale? Dovremmo porci anche questa domanda, giusto?
Se parlo e scrivo di tecnologia lo faccio soprattutto per l’effetto che questa ha sulla mia vita, e anche per le implicazioni che questo fatto comporta. Non è devozione. Anzi trovo – come ogni persona dotata di buonsenso – che un uso malsano della tecnologia possa creare tanti, tanti problemi.
Penso, anche, che non ci sia un argomento al mondo di cui non valga la pena parlare e scrivere. Se è la tecnologia a farmi fare tante cose e ad essere parte integrante della mia vita – come ha scritto Federico Travaini in risposta a Matteo – in quanto ‘mente critica’ mi trovo spesso a mettere in discussione il mio rapporto con essa, e questa è una pratica salutare… Continua la lettura.
∞Whether we’re filmmakers, designers, product managers, photographers, software engineers, or something much different, we should try to be aware of and cultivate most of the skills required to finish any project.
Un nuovo inizio
Stamattina, dopo essermi svegliato, mi sono ricordato che è un po’ di tempo che voglio avere un nuovo blog dove scrivere in inglese. Un motivo è che su Twitter ho qualche follower anglofono ma soprattutto è su App.net che si chiacchiera in inglese di default.
Quanto segue è ciò che è successo nella mattinata: l’idea ha cominciato a prendere forma subito dopo colazione, ho scoperto casualmente la fantastica piattaforma Scriptogr.am, ho creato un account e configurato tutto con uno dei temi base, ho scritto il primo post e l’About, ho personalizzato CSS e HTML del tema stravolgendolo (e figuriamoci) e soprattutto l’ho reso responsivo con i media queries, quindi ideale per essere visualizzato da qualunque dispositivo; poi ho creato le icone, inserito i font personalizzati tramite TypeKit (Skolar e Myriad Pro), aggiunto Google Analytics e fatto gli ultimi ritocchi, anche grazie al feedback di Diego e Gianfranco che l’hanno visto in anteprima; infine ho comprato il dominio su GoDaddy e ho impostato i DNS che (miracolo di non so quale dio) hanno cominciato a funzionare dopo pochi minuti… Continua la lettura.
Weekly Bits: Steve Jobs
Sto cominciando a lavorare alla tesi di laurea su Breaking Bad, sto registrando il podcast, sto scrivendo qui sul blog e nel frattempo mi alleno, eppure anche questo venerdì ci sono i Weekly Bits. Prego.
Questa settimana un pensiero lo dedico a Steve Jobs, scomparso un anno fa. Senza di lui, senza ciò che ha creato, questo stesso blog non esisterebbe.
I’m staying hungry, and I’m staying foolish.
-
Proprio quando decido finalmente di iscrivermi ad App.net (sono linuz90 anche lì) i ragazzi di Tapbots fanno il client. Li amo profondamente. E comunque la comunità di developer intorno al nuovo social network è già incredibilmente ricca.
» Pausa Caffè #3: Living in a Bubble ∞
La nuova puntata del podcast che conduco con Diego e Federico è online. È la migliore che abbiamo registrato fino ad ora.
Ricordatevi di lasciare una bella recensione su iTunes.
L’iPhone non fa il caffè, ma quasi
Sulla questione l’iPhone-è-troppo-costoso-ma-vai-a-lavorare-c’è-crisi i miei due amici di Pausa Caffè scrivono cose interessanti.
Tutti sanno che l’iPhone “non fa il caffè, ma quasi”. Quanto avreste pagato dieci anni fa per un dispositivo del genere? Io dico che tutti, tutti avrebbero detto mille e passa euro. [...] Piantiamola coi moralismi, con le prese per il culo, con tutti questi discorsi che non hanno né capo né coda. C’è sicuramente chi compra un iPhone per moda o per dire “ce l’ho anche io”, ma la maggior parte lo fa perché lo trova uno strumento utile, intuitivo, e dall’immenso potenziale.
Ho usato le nuove mappe di Apple e non mi sono perso
Avendo trascorso alcuni giorni in giro per Monaco in occasione dell’Oktoberfest, ho avuto occasione di provare le nuove e tanto discusse mappe di Apple. Non intendo scrivere una recensione o ripetere quanto già (ossessivamente) detto, ma voglio scrivere due parole secondo me importanti.
Prima di tutto una distinzione fondamentale ma trascurata da molti: le mappe di Apple e l’app Mappe di Apple non sono la stessa cosa. Chi scrive che le nuove mappe fanno schifo probabilmente si riferisce alle mappe vere e proprie, e non all’applicazione, ma non ha ritenuto opportuno prendersi dieci secondi e scrivere questa precisazione. Se già l’atto di scrivere qualcosa come “le nuove mappe fanno schifo” non è un bel modo di fornire un feedback, l’assenza della precisazione di cui sopra lo rende ancora più inutile… Continua la lettura.
Weekly Bits: iPhone 5
Qui c’è una scelta di recensioni del nuovo iPhone, che resiste bene agli urti – davvero molto bene – ed è il primo smartphone ad avere una fotocamera frontale decente, e una posteriore che fa delle foto al buio notevolissime. Insomma, it’s fucking great! Ne hanno parlato Joshua Topolsky da Jimmy Fallon e Jong Gruber insieme a David Pogue da Charlie Rose. Dettaglio importante di cui si parla poco (non se ne parla proprio in effetti) è che il display sembra essere meno riflettente. Pensate che questo cellulare da solo ha effetti sul PIL degli Stati Uniti… Continua la lettura.
» File system is just going to be an app for pros ∞
Steve Jobs nel 2005:
We are already seeing people using their Finder less and less and less, and eventually the file system management is just going to be an app for pros and consumers aren’t going to need to use it.
Via David Sparks
∞Here’s a metric that can help you determine if you’re on track for reaching your goals: are you spending your time, money, and attention differently than most people?
Sull’essere più produttivi
C’è una parte di blogosfera fatta prevalentemente di nerd che amano parlare di tecnologia, caffè e produttività. Quest’ultimo argomento è al centro delle nostre attenzioni, e la tendenza generale è semplicemente quella di cercare strumenti che ci rendano più produttivi. Un articolo de Il Post, che ne riprende uno del New York Times, ci ricorda che uno strumento fondamentale per migliorare la qualità della nostra vita, e quindi la nostra produttività, è il sonno, ma solo se lo gestiamo nel modo migliore.
Secondo Randall per affrontare meglio il lavoro e gli altri impegni della vita, le nostre società dovrebbero rivedere il modo in cui hanno trattato il sonno nell’ultimo secolo.
∞I think that a great thing about comedy is taking people to places that they have fear and foreboding and making them laugh at that place, and you help them.
» My favourite story about the iPhone ∞
John Gruber da Charlie Rose:
My favourite story about the iPhone, and I remember from the last year, I read this thing: it was a profile in The New Yorker of Clayton Christensen – The Innovator’s Dilemma guy – and it was just as an aside and he mentioned that he got the iPhone wrong, because when it first shipped in 2007 he predicted that it would be a failure because it was so expensive, and that disruption tends to come from below, not from above. […] He realized he was completely wrong and it’s because the iPhone – and I think this is such a brilliant insight – it’s not really a phone, it’s a little mini-portable computer, and what this thing did was disrupt the portable computer industry from below only a couple hundred bucks. And now, all of a sudden, all these things people used to need – a full laptop computer running Windows or Mac OS X to do email, to read webpages, to watch videos – everybody’s doing ‘em on these things.
Siamo pesci esotici in un acquario
Questo post su Facebook di Brin-Jonathan Butler – segnalato da Diego Petrucci – è ricco di spunti interessanti:
Tutte le persone con cui preferirei non avere niente a che fare se non nella vita virtuale le posso osservare come pesci esotici in un acquario. Ma il punto è che non stiamo solo osservando pesci in una vasca. Anche noi siamo pesci in quella stessa vasca, e veniamo a nostra volta osservati.
Una deriva del discorso riguarda i cellulari:
Le pressioni esercitate affinché la gente si faccia Facebook sono le stesse che ci hanno spinto a comprare un cellulare. […] Così, il cellulare diventa un modo di evitare gli amici e la famiglia.
Milo di Bluelounge, uno stand per iPhone
Dopo aver visto Prometheus ho pensato di scrivere qualche riga sul film, ma non si è trattato di una vera e propria recensione per vari motivi. Il termine stesso “recensione” mi mette l’ansia, perché non mi sento abbastanza sistematico ed esperto per scriverne una, anche se in effetti ne ho scritte diverse. Qualche giorno fa ho ho ordinato e ricevuto in poco più di 24 ore uno stand per iPhone e ho pensato: potrei scrivere una specie recensione di questo prodotto, e prendere un po’ di confidenza con la cosa. Facciamo questo esperimento.
Il Milo è uno stand per iPhone prodotto dalla Bluelounge, azienda presente su Amazon con un catalogo notevole di prodotti… Continua la lettura.
∞And it seems to me that we talk a lot about the cloud, but every time we put something on the cloud, we give up some responsibility for it. We are less connected to it. We let other people worry about it. And that doesn’t seem right. There’s a great Neal Stephenson line where he says that “wired people should know something about wires”. We should know where our Internet comes from, and we should know what it is that physically connects us all.
Weekly Bits: Get users first, ask business model questions later
Nella prima puntata del nostro podcast nel network EasyPodcast, che ha già ricevuto feedback molto positivi, io Federico e Diego abbiamo parlato di Twitter. L’abbiamo fatto prima che l’app per iPad venisse deturpata e che il supporto a IFTTT venisse tagliato via.
The new Twitter for iPad is a design disaster. It perfectly showcases the wrong way to pursue cross-platform consistency. – Dustin Curtis
Ma direi che avevamo le idee già abbastanza chiare; il problema è sempre lo stesso ed è generale.
What’s happening to twitter right now is the inevitable conclusion of the “get users first, ask business model questions later” approach.