Post di Fabrizio Rinaldi

iPhone 5, una settimana dopo

Visto che nonostante le recensioni, le impressioni e i podcast non siete ancora saturi, ho deciso di scrivere qualche pensiero sparso su iPhone 5 dopo più di una settimana di utilizzo.

  • Continuo a odiare il tasto home e penso che i tempi siano maturi per fare anche quello capacitivo. Poi però penso che se si blocca il software si blocca anche quello e allora ecco l’idea geniale: farlo meccanico e capacitivo, come il trackpad dei MacBook per intenderci. Ognuno poi lo usa come gli pare.

  • Non immaginavo che sarebbe successo ma sto usando Siri tutti i giorni. Svegliami tra 40 minuti, ricordami di fare questo, che temperatura c’è fuori?, che devo fare stasera?

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Leggi il post di pubblicato il 8 novembre in Pensieri, Tecnologia

The time it takes to find the best of something is completely worth it. It’s better to have a few fantastic things designed for you than to have many untrustworthy things poorly designed to please everyone.

Dustin Curtis

» Less is not more 

Francis Pedraza:

To simplify, do not eliminate for elimination’s sake. [...] Less, for the sake of less, is not more.

Simplicity lies on the other side of complexity.

Simplicity is arriving at a conclusion that in retrospect, appears inevitable.

Prima di citare un’altra frase del post, ricordo che qualcuno disse:

Perfection is achieved, not when there is nothing more to add, but there is nothing left to take away.

Ecco, Pedraza vede la cosa in questo modo:

Perfection is attaining the sort of completeness that would not benefit from either subtraction or addition.

Ragionevole.

8 novembre

Un giorno passato a leggere di come fare una cosa è un giorno passato a non farla.

Diego Petrucci

Fermarsi prima di cominciare

Quando ti viene il dubbio se scrivere o meno un post, o qualsiasi altra cosa, scrivila. Non pensarci nemmeno un attimo perché il nostro cervello ha un modo molto strano di affrontare la cosa – ma ovviamente ogni testa lavora a modo suo, io parlo solamente in base alla mia esperienza.

In un certo senso la cosa fa pensare alla vita dei runner: a volte non ci si ferma dopo 4, 5 o 6km, ma ci si ferma prima di allacciarsi le scarpe. Anzi, è proprio quello immediatamente prima di cominciare ad essere il momento più critico. Nel caso dell’attività fisica, quando il mio cervello comincia ad elaborare le strategie più complesse per non farmi mettere la tuta e dirottarmi verso il frigo, prendo l’iPhone e le cuffie e ascolto musica spacca-timpani-super-mega-adrenalinica e il cervello è costretto timidamente a farsi da parte… Continua la lettura.

» Gunbarrel 

Sam Mendes spiega perché non ha inserito la consueta sequenza gunbarrel all’inizio di Skyfall:

I tried very hard to put the gun barrel at the beginning and my intention was always to do that. If you see the film, the film starts with Bond walking down a corridor towards camera and lifting a gun. And of course the gun barrel is him walking, stopping and lifting a gun. When I put the two together, it looked ridiculous!

Voglio essere sincero, non sapevo si chiamassero sequenze gunbarrel.

Se non avete ancora visto Skyfall, fatelo al più presto. Non so se lo preferisco a Casino Royale, ma siamo a quei livelli – e la fotografia di Deakins aiuta.

6 novembre

» Ive come Jobs 

Ogni volta che leggo il titolo di un post che riflette su Apple dopo Steve Jobs so già che devo aspettarmi il peggio. La maggior parte dei blogger è così arrogante da dire con certezza cosa passa per la testa di Cook, Ive, Forstall (non più). Una delle poche cose intelligenti che ho letto è stata scritta da Micah Singleton in Apple, Looking Forward:

With the recent moves made by now CEO Tim Cook, this model has returned, albeit slightly altered, with Cook leading, and Sir Jony Ive playing the role of Jobs, taking over creative control of the world’s largest company.

Il modello a cui accenna il paragrafo è quello che c’era con Jobs, ovvero guida creativa di quest’ultimo – qualcuno infatti lo chiamava head artist più che CEO – e ottimizzazione di tutto il processo di Cook.

L’head artist d’ora in poi sarà il caro Ive e dovrà sorprenderci lui con le magie che prima erano esclusiva di Steve. Sono sicuro che farà uscire tanti conigli di alluminio dal suo cappello magico unibody, mentre Tim, come scrive Riccardo Mori, «looks and sounds like the good-hearted, somewhat shy uncle who has come to tell us a great story nobody else knows», e va bene così.

6 novembre

» Doing more is easier than doing less 

Il designer inglese Mark Boulton ricorda la lezione fondamentale che l’insegnante di arte del liceo gli ha impartito:

Doing more is easier than doing less. [...] When someone hires me for my work, they’re not paying me for what I give them. They’re paying for what I don’t give them: the iteration, the obvious ideas, the sub-optimal solutions, the years of experience, the learning I do.

via Shawn Blanc

5 novembre

Lasagne al ragù

Crescere in una famiglia in cui c’è una cultura alimentare di altissima qualità è un grande beneficio e sarò sempre infinitamente grato per questo. La buona cucina, però, non ha fatto semplicemente di me una persona sana, robusta e con una certa sensibilità per il buon cibo, ma mi ha anche dato un grande esempio di come vanno affrontate le cose che facciamo ogni giorno, dalle più piccole alle più grandi. Poi avere uno zio pastaio mi ha anche dato una prospettiva del lavoro che sta dietro al cibo.

Come sapete, guardare una persona che sa cucinare bene, mentre cucina, è come guardare un artista che lavora alla sua opera, o forse ancora di più è come guardare un grande artigiano a lavoro… Continua la lettura.

» Live your dreams and aspirations now 

It’s so easy to get stuck in the waiting place, putting things off until later, even when those things are vitally important to making your dreams come true. But the truth is that, in order to make progress, you need to physically and mentally fight against the momentum of ordinary events. [...] Fight. Live your dreams and aspirations now.

Questo paragrafo è estratto dall’ultimo toccante post di Dustin Curtis – il fondatore del network di blog Svbtle. L’articolo mi ha commosso e soprattutto mi ha ricordato che in questa vita non c’è tempo da perdere.

4 novembre

Feelmaking 3.0

C’è ancora qualche blocco di CSS da aggiustare, qualche angolo del layout da smussare e qualche codice php da sfoltire, ma posso scrivere con immensa gioia (e torci collo) che Feelmaking 3.0 è ufficialmente online. Ho deciso di numerare questa versione come la 3.0 contando il vecchio restyling che feci a luglio come una specie di versione 2.0. La 1.0 sembra un ricordo lontano, ma il blog è nato meno di un anno fa.

Qualcuno di voi si sarà accorto che non è più possibile lasciare commenti: prima di tutto erano rari, e poi ormai chi vuole farmi sapere la sua lo fa su Twitter – mentre la pagina Facebook è il solito mortorio… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 4 novembre in News

Nobody reads ads. People read what interests them. Sometimes it’s an ad.

Howard Gossage

Inception e l’arte di coltivare le idee

Ieri ho rivisto Inception e come al solito sono stato conquistato dall’eloquenza di Cobb che, ogni volta che ne ha occasione, spiega quanto possa essere potente e invasiva un’idea. Proprio come un virus.

What is the most resilient parasite? Bacteria? A virus? An intestinal worm? An idea. Resilient… highly contagious. Once an idea has taken hold of the brain it’s almost impossible to eradicate. An idea that is fully formed – fully understood – that sticks; right in there somewhere.

Ma, prima di diventare un virus, un’idea è fragile, debole, e può svanire da un momento all’altro. Senza nulla togliere all’espertissimo Cobb, ecco le parole di Jonathan Ive a tal proposito:

While ideas ultimately can be so powerful, they begin as fragile, barely formed thoughts, so easily missed, so easily compromised, so easily just squished.

.. Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 3 novembre in Pensieri

La TV del futuro

Se vi interessa la televisione – e vi piace anche di tanto in tanto pensare alla televisione oltre che guardarla – dovete leggere Mosche Cieche inseguono la TV del futuro di Sonny. Lettura un po’ complessa e ricchissima di spunti di riflessione, contiene anche delle statistiche molto interessanti. L’ultima frase del saggio è ciò su cui mi voglio soffermare un momento:

L’unica cosa certa è che la TV è un medium sull’orlo del collasso.

Per me non è esattamente la tv come medium a collassare, bensì la tv come tecnologia di delivery. Sto usando quindi la distinzione di Jenkins che scrisse «delivery systems are simply and only technologies; media are also cultural systems»… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 2 novembre in Pensieri

Weekly Bits mini

3,5 pollici? 4 pollici? 7,9 pollici? 10 pollici? Spero proprio che qualche cervellone da qualche parte stia lavorando ad uno schermo la cui grandezza cambia a seconda delle esigenze, perché quella per le dimensioni sta diventando un’ossessione (doppio senso mode: OFF). Scherzi a parte però il nuovo iPad mini è davvero bellissimo. Qui c’è lo spot, insieme a quello del nuovo MacBook Pro Retina da 13”. L’unico problema è che, per dirla con Gruber, «it’s disappointing to go non-retina». Per chi vuole approfondire, merita un ascolto l’ultima puntata del 512 podcast con Stephen Hackett e Shawn Blanc – parlano anche di Iron Man 3 – ma diciamo qualcosa sull’iPad mini anche io e Diego nella prossima puntata di Pausa CaffèContinua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 2 novembre in News

Apple’s products say, “You can’t do that because we think it would suck.” Microsoft’s products say, “We’ll let you try to do anything on anything if you really want to, even if it sucks.”

Marco Arment

iPhone 5, verso la perfezione

Mi è finalmente arrivato l’iPhone 5. Non ho intenzione di scrivere una recensione – ce ne sono già tante – ma qualche impressione la riporto volentieri. Cominciamo dalle cose brutte? Sì.

È arrivato con dei piccoli graffi come è successo a quasi a tutte le persone che l’hanno preso e seguo su Twitter. I due graffietti sono di lato e quasi non si vedono, e per una sciocchezza del genere non intendo rimandare l’iPhone ad Apple, ma quasi quasi lo farei per principio. Proprio l’azienda di cui cantiamo le lodi per l’attenzione morbosa alla qualità ci fa questo brutto scherzo? Già, è irritante… Continua la lettura.

If, in our creative endeavors, we continually do work we are proud of, then that my friends is also success. We don’t make to get rich, we make to make. We build for the sake of building, create for the sake of creating. We do it because we have to.

Shawn Blanc

» #VIEW2012 

Ho scritto in inglese (o qualcosa del genere) della mia esperienza alla VIEW Conference.

23 ottobre

Weekly Bits: Tweetbot

Visto che sono a Torino per la ViewConference, questa settimana non sono riuscito a preparare dei Weekly Bits particolarmente ricchi; stavo quindi per rimandarli alla settimana prossima quando mi è tornata in mente una delle 50 cose che Shawn Blanc ha imparato sul blogging: show up every day (o almeno every week dai). Ecco quindi un’edizione un po’ compressa dei bit settimanali. Meglio di niente, no? E comunque a volte non avevo impegni particolari e c’erano meno link. Vabbé.

Leggi il post di pubblicato il 19 ottobre in News