Post di Fabrizio Rinaldi
Elevare i fini
Spesso mi sono chiesto come mai, in Italia, facciamo le cose peggio che altrove. Qualcuno storcerà il naso perché facciamo delle gran belle cose, noi italiani, e le abbiamo sempre fatte, anche meglio degli altri. Ma c’è un ambito in particolare che mi ha suggerito che non è sempre così: i cortometraggi e i film indipendenti. Ho visto infatti anche i prodotti più scadenti essere selezionati ai concorsi e persino vincere dei premi, ottenere sovvenzioni e riscuotere successo in rete. Sembra quasi che si apprezzi più l’impegno del prodotto, e questo è un atteggiamento davvero corrosivo. Ho la sensazione che noi mediterranei abbiamo questa tendenza ad essere sempre ‘consolati’ anche quando produciamo schifezze, e questo fatto dovrebbe essere legato alla cosiddetta figura della Grande Madre: concretamente prima e metaforicamente dopo, anche quando creiamo una schifezza qualcuno la apprezzerà e ci dirà che va bene così; noi saremo così legittimati a non migliorare… Continua la lettura.
» ‘Pagine passate’ ∞
Jacopo Ranzani, ragazzo molto in gamba conosciuto su Twitter, ha aperto un blog. Ve lo segnalo per diversi motivi: uno è che mi riconosco molto in quello che scrive, anzi mi sembra di aver scritto io stesso certi paragrafi; un secondo motivo è che, nonostante sia essere appena nato, i contenuti sono scritti e formattati in modo atipicamente preciso ed efficace; infine la scelta degli argomenti è estremamente interessante.
Normalmente non segnalo blog nuovi o vecchi – ce ne sono già tanti da seguire – ma questa mi sembra l’occasione per fare uno strappo alla regola.
Cinema vs. Serie TV
Questo pezzo di Anna Momigliano su Rivista Studio offre interessanti spunti di riflessione sull’importanza della trama sul grande schermo come sul piccolo. Ho qualche problema con queste osservazioni:
Fare un film bello e senza trama si può, ma provate voi a fare una serie televisiva senza trama [...] le serie vere, come Big Love, Mad Men o i Soprano [...] traggono la loro forza principale dall’arco narrativo.
Non mi sembra affatto che una serie come Mad Men tragga forza dall’arco narrativo, e per capirlo basta fare il confronto con la serie “parallela” (come trasmissione) Breaking Bad. La prima,
più che altro, è un esempio di come la serialità televisiva permetta, attraverso la sua estensione, di elaborare i personaggi e le relazioni tra di essi come 2 o 3 ore di cinema non possono sperare di fare… Continua la lettura.
» It’s Courier, just better. ∞
In questo post c’è la storia del font Courier e soprattutto si parla della nuova versione migliorata Courier Prime realizzata da Alan Dague-Greene per Quote-Unquote Apps. È stata realizzata anche rivolgendosi agli sceneggiatori, che vivono di pane e Courier da sempre.
Conoscevo già Quote-Unquote Apps grazie all’applicazione Highland, che uso tutti i giorni per scrivere, esportare e stampare sceneggiature, usando la pratica sintassi Fountain. Se volete scoprire qualcosa di più a questo proposito leggete qui.
» John Gruber parla dell’evoluzione dell’interfaccia utente ∞
In questo talk del 2011 John Gruber parla dell’evoluzione dell’interfaccia utente – con particolare attenzione ad Apple, ovviamente – e della difficoltà di costruire qualcosa di originale e che sia al contempo familiare agli utenti. Più o meno nell’ultimo terzo del talk accenna anche alla fondamentale distinzione tra design e stile.
Condiviso da Myke Hurley
» ‘The idea of a project is more fun than the hard work’ ∞
Shawn Blanc in A ‘Full-Time’ Masterclass:
The idea of a project is always a little bit more fun and exiting than the actual hard work of making that project to reality. [...] Some people sabotage their own projects because they don’t want to actually succeed because then you’re committed.
A volte, invece, ci si ferma prima di cominciare. Sono due facce della stessa medaglia.
Weekly Bits: Drafts non è poi così inutile
Ieri ho scoperto un nuovo, pratico, modo per inserire da iOS i link nel documento Weekly Bits.md che ho su DropBox, dal quale estraggo l’html che dà vita al post che state vedendo.1 Grazie all’ultimo aggiornamento dell’ottima app Draft (che fino a ieri reputavo piuttosto inutile) adesso mi basta aprire l’app, digitare il testo e premere sull’azione “Weekly Bits” che ho creato. Creare un’azione del genere è semplicissimo, la mia ha questo aspetto. È Draft, quindi, ad aggiungere il testo, preceduto dall’accapo e dall’asterisco, in fondo al documento. Sembra una sciocchezza, ma è solo una delle tante possibilità che offre l’app… Continua la lettura.
» A proposito di design ∞
Oliver Reichenstein, la mente dietro l’app che uso per scrivere praticamente qualunque cosa, dice nell’intervista per The Verge:
Nothing is more destructive to good design than group thinking and collective decision making. Why? As I said, to most people good design is invisible. Group decisions focus on the visible, bad aspects of design.
Leggete tutta l’intervista, è strapiena di osservazioni brillanti.
∞The greatest people are self-managing [...] Once they know what to do, they’re going to figure out how to do it. What they need is a common vision, and that’s what leadership is.
» Django Unchained ∞
Federico Bernocchi su Django Unchained:
Per questo motivo ci si sente fortunati, oggi, gennaio 2013, ad avere qualcuno come [Tarantino] che realizza film. Perché per lui e pochi altri registi in attività ancora sentiamo quell’ansia e quella “voglia matta” ogni volta che ci dirigiamo verso un cinema per poter ammirare il suo genio. Perché, come ha scritto l’amico Matteo Bordone nel suo post subito dopo la visione del film: «Il clima, quando si spengono le luci, è quasi quello che precede un concerto».
Esattamente la sensazione che ho avuto pochi attimi prima che iniziasse la proiezione, ovviamente in lingua originale. Decine di persone che zittivano la sala, sorridendo, facendo Sssh con la bocca, un clima di esaltazione generale, grandi aspettative, empatia, sussurri pieni di eccitazione. È il cinematic event propriamente detto, un’esperienza che si può vivere solamente nella sala cinematografica e che dà speranza per il futuro.1
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Forse non c’è bisogno che un film sia 2K stereo 3D HFR IMAX dolby surround cacca popò pipì per portare la gente in sala e farla divertire.↩
» Scegli il lavoro che non puoi non fare ∞
Condivido il concetto chiave del TED Talk How To Find And Do Work You Love di Scott Dinsmore:
The only question that matters is: what is the work you can’t not do? Discover that, live it.
Weekly Bits: Pochi ma buoni
Lo so, lo so, un tempo c’erano molti più link nei weekly bits, ma sto studiando e facendo tante altre cose. E comunque è meglio avere pochi link ma buoni, no? No? Ok, no. Va bene, eccoli.
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Se non vi va di spendere soldi per Fever, questa può essere un’ottima alternativa.
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È ufficialmente online il nuovo MySpace.
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Anche Branch è ufficialmente alla versione 1.0.
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Il motore di ricerca sociale di Facebook è in arrivo.
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MailChimp (il motore della mia newsletter) ha fatto tanta strada nel 2012.
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Gli Oscar si avvicinano.
Le idee migliori restano
Evernote. Day One. File di testo (solo testo) su DropBox. App meravigliose. Bellissimi taccuini Moleskine. iPad. Quanti modi diversi abbiamo, oggi, per appuntare le idee che ci vengono in mente? Forse troppi.
È vero che le idee sono fragili – coltivarle è un’arte – ma conservarle tutte può in fin dei conti essere controproducente. Si ritrovano ammassate tutte assieme e quelle migliori rischiano di restare soffocate. La nostra mente, invece, opera istintivamente una selezione e le cose migliori, se tutto va bene, perdurano.
Stephen King, ad esempio, non utilizza taccuini. Con semplici ma efficaci parole dice:
The good stuff stays.
» Graph Search ∞
Steven Levy sul nuovo motore di ricerca – Graph Search – sociale Facebook presentato ieri:
You might soon be able to figure out before entering a bar whether there are any attractive, unattached people your age inside with whom you share a mutual friend or favorite movie.
Questa sembra la prima cosa che viene in mente, chissà quali altre applicazioni può trovare un motore di ricerca del genere, che alimentiamo noi stessi ogni giorno (come ha ricordato Zuck: «A million new people every day. 240 billion photos. 1 billion people. 1 trillion connections»).
Fermare la pirateria non è così semplice
Diverse persone che seguo hanno retwittato in questi giorni un cinguettio di Kim Dotcom che recita:
How to stop piracy:
1 Create great stuff
2 Make it easy to buy
3 Same day worldwide release
4 Fair price
5 Works on any device
Non l’ho retwittato anch’io – nonostante lo stessi per fare in un primo momento – perché mi è sembrata una semplificazione eccessiva. Esistono contenuti che vengono piratati (che parola oscena) ma rispettano tutti i criteri descritti sopra; un esempio sono le app cross-platform: 1) “great stuff” è soggettivo ma a volte è così, 2) non c’è niente di più facile che scaricare un’app, 3) è raro che l’uscita in certe nazioni sia rimandata, 4) spesso i prezzi oscillano intono ai pochi euro – e non c’è nemmeno bisogno di fare la solita metafora del caffè che costa uguale – e infine 5) un’app cross-platform chiaramente funziona su tutti i dispositivi… Continua la lettura.
» ‘A short life that is full of what you like doing…’ ∞
L’immagine completa è su Zen Pencils, potete guardarla ascoltando l’audio originale con la voce di Alan Watts.
∞When you’re afraid of looking dumb, the one guarantee that comes from that is that you are about to look dumb.
» Non fare “il coniglio” ∞
Scott Belsky in Why We Should Declare War On Friction:
In most marathons, there are always a few runners that jump to the front of the race at the start and quickly tire. These folks are known as the “rabbits,” and nobody ever takes them seriously even though they appear to be winning the race for a short period of time. The rabbit runs fast but quickly tires.
A truly great marathon runner or cyclist understands the benefits of pacing over the course of a race. Rather than lead, they carefully manage their energy, and even use the other runners in front of them to block the wind and sustain themselves during the race. This practice is called “drafting,” and it involves running a few feet behind a runner to minimize the wind resistance and pace the race.
C’è molto da imparare da questi due brevi paragrafi. Nella vita spesso vogliamo essere primi a tutti i costi, e per farlo ci stanchiamo più degli altri e alla fine perdiamo anche l’entusiasmo. A volte (ma non sempre) è necessario seguire prima di superare.
Weekly Bits: 2013
Lentamente il blog sta tornando a pieno regime, ma nel frattempo ecco qualche link per l’anno nuovo.
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Nel 2013 volete fare tante belle cose no? Magari quest’app può darvi una mano (a me la sta dando).
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Alcuni sfondi per iPhone.
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Ormai lo sapete già ma c’è YouTube Capture.
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La lista di app da avere sul Mac secondo Filippo Corti. Quella che non conoscevo e che mi è piaciuta di più è Bartender. Già non ne posso fare a meno.
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Un anno di tecnologia in un video.
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PowWow, per utilizzare un’app insieme anche quando ci si trova in posti diversi.
» Fai una cosa e falla bene ∞
Viviamo in un mondo in cui tutti – facciamo finta per un momento che non esista il digital divide – hanno accesso ‘a tutto’. Questo significa anche che le cose si imparano più velocemente, e quello che si impara diventa obsoleto più velocemente. Insomma è più facile diventare esperti in qualcosa, ma forse è anche più inutile.
Hunter Walk scrive in Welcome to 2013, Where It’s Never Been Easier to be Average:
Is it possible that it’s never been easier to be, well, average? If everyone is learning the same information and studying the same approach, yes the floor rises – we’re all more educated – but what about the ceiling? Who will push outside of the boundaries?
Questi quesiti sembrano non avere risposta, ma l’autore suggerisce:
But continue to challenge yourself. Don’t just become an expert, try to do it differently. Color a bit outside the lines. And you might just find yourself creating the best practices copied by the next wave of learners.
Condivido il suo punto di vista, ma aggiungo un pensiero maturato nella mia esperienza personale: prima di dedicarti ad apprendere qualcosa – l’HTML, il filmmaking, il pianoforte, la pittura – poniti la domanda: è questa la mia vocazione? Oppure, semplicemente, è questa la cosa che voglio fare davvero? Perché, oggi più che mai, devi fare una cosa e farla bene.1
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Non vi ho convinti? Guardate Inventing on Principle di Bret Victor e How great leaders inspire action di Simon Sinek. Magari volete fare 1000 cose, ma dietro ci dev’essere un pensiero coerente e solido, una motivazione forte.↩