Post di Fabrizio Rinaldi

La spirale crescente delle aspettative

Barry Schwartz in un TED Talk parla della spirale crescente delle aspettative:

Io porto quasi sempre jeans. Una volta i jeans erano di un solo tipo, li compravi e vestivano malissimo, erano scomodissimi, solo dopo averli portati una vita e lavati un sacco di volte, cominciavano ad andare bene. Allora, andai a comprarne un paio nuovo quando quelli vecchi erano andati, e dissi: “Mi serve un paio di jeans, questa è la mia taglia.” Il commesso mi disse: “Li vuole slim fit, easy fit, relaxed fit?” “Li vuole con la cerniera o con i bottoni?

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Leggi il post di pubblicato il 17 agosto in Inspirational, Pensieri

Weekly Bits: Sono tornato!

Sono (quasi) tornato operativo; qui sotto trovate due parole sulla situazione dei client di terze parti di Twitter che continua a peggiorare, e quindi i consueti link settimanali. In questi giorni ricomincerò a scrivere post e presto ci saranno anche novità più consistenti.

Anche se alcuni developer rassicurano gli utenti, sappiamo bene che nel futuro c’è posto per un solo client di Twitter: quello ufficiale. Mi è tornata in mente una frase – pronunciata in riferimento al primo Macintosh – che sembra descrivere esattamente quello che non sta succedendo a Twitter:

I think what we’re going to see is that the balance of power is going to shift.

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Curiosità ‘visive’ su Breaking Bad

In una intervista (qui la seconda parte) per Ask A Filmmaker di Kodak.com, il direttore della fotografia di Breaking Bad Michael Slovis rivela alcune curiosità molto interessanti sulla serie. Il mio interesse verso questa intervista non è dovuto solamente al fatto che sono un fan dello show, ma anche al fatto che le risposte di Slovis ci permettono di capire quanto e soprattutto come si lavora ad un episodio di una serie high-concept come questa.

Ogni episodio di Breaking Bad viene girato in 8 giorni, e il tipico giorno lavorativo è di 12 ore – ma in realtà ne vengono trascorse sul set quasi 13… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 31 luglio in Filmmaking

» Una soluzione migliore 

Florian Letsch:

Tutto quello che realizzi deve per forza reinventare la ruota? Sarebbe fantastico se lo facesse, ma quale idea ha davvero fatto una cosa del genere? E se a un certo punto ti accorgessi del fatto che tutte le più grandi invenzioni a cui riesci a pensare non sono state proprio idee originali, ma più che altro sono state nuove combinazioni di idee preesistenti, o miglioramenti di vecchi sistemi, che hanno provato a risolvere lo stesso problema? […] Non devi trovare un problema che nessuno ha risolto, devi solo immaginare una soluzione migliore.

Non sono del tutto d’accordo – a volte arriva qualcuno che porta nel mondo novità così radicali da rappresentare soluzioni a problemi di cui nessuno si era nemmeno accorto – ma sicuramente questo è un approccio intelligente. Non serve a niente aspettare l’idea geniale, quella vincente. È molto meglio lavorare giorno dopo giorno, migliorando costantemente, e facendo qualcosa di utile per gli altri e soprattutto per se stessi.

28 luglio

Il futuro dei file

Il Mac si sta evolvendo, come ogni altra cosa, e sta cambiando in meglio ma anche in peggio, a seconda dei punti di vista. In meglio perché la strada della semplificazione è sempre un’ottima strada da imboccare, e questo lo suggerisce piuttosto chiaramente il successo senza precedenti di iOS. In peggio perché l’ultra-semplificazione dà per scontato che gli utenti siano stupidi. E se è vero che la grande maggioranza degli utenti, in effetti, ha bisogno di avere meno scelta e di avere davanti un computer facile da usare – dove ogni click è quasi scontato – c’è una parte degli utenti che non la pensa così… Continua la lettura.

Weekly Bits: Semplificare i mezzi ed elevare i fini

Shawn Blanc scrive «Software’s natural vector is towards complexity.» Io scrivo «Life’s natural vector is towards complexity.» E infatti non è male porsi come obiettivo quello di «semplificare i mezzi ed elevare i fini» (Thoreau). E se per elevare i fini dovremmo provare a trovare un principio guida, come suggerisce Bret Victor, per semplificare i mezzi possiamo sforzarci di avere un rapporto più sano con la tecnologia. Questo potrebbe essere l’ultimo Weekly Bits dell’estate, ma continuerò sicuramente ad accumulare link che finiranno in una edizione speciale di fine agosto o inizio settembre. Stay tuned... Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 27 luglio in News

OS X Mountain Lion: cosa fare dopo l’aggiornamento

Prima di aggiornare a Mountain Lion mi sono chiesto se fosse il caso di fare un bel clean install, e ripartire da zero. È un bel po’ infatti che il mio MacBook Pro viene aggiornato e subisce interventi radicali (come lo spostamento del sistema in un SSD) senza mai fare clean install. Un po’ per pigrizia, un po’ perché sono in vacanza, e un po’ perché voglio godermi il fatto di avere un Mac, alla fine ho optato per un semplice aggiornamento.

La procedura è stata estremamente veloce e dopo l’aggiornamento ho notato un incremento generale nelle prestazioni che non mi aspettavo per niente… Continua la lettura.

Per favore, distraiti

Tempo fa si è cominciato a parlare di un problema che affligge la classica pubblicità mandata in onda in televisione: a causa del moltiplicarsi degli schermi secondari nelle mani degli spettatori, è molto facile che questi si distraggano dalle pubblicità nel momento stesso in cui queste vanno in onda. Se hai tra le mani un dispositivo come iPhone, è molto difficile che ti contentri sugli spot che passano in televisione durante il giorno. Preferirai sicuramente scorrere la timeline di Twitter, dare un’occhiata all’app di Facebook (ma il caricamento probabilmente impiegherà tutta la durata degli spot) o leggere qualche Feed RSS. Un problema collaterale, ma che interessa relativamente a chi produce contenuti, è come e quanto questi dispositivi handheld facciano distrarre gli spettatori dalla visione dai contenuti veri e propri… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 25 luglio in Pensieri

» Inseguire la perfezione 

Marcel Wichmann (designer e CEO di Quote.fm):

If I should define one thing I learned in the past couple of months, it is to declare something as finished. […] The problem lies within the fact that we’re all learning something new every day. For my part my taste changes nearly weekly. I discover flaws in things I found flawless before. It’s not like we’re not trying to achieve the best possible result, but if you don’t stop improving at some point, you’ll never ship a product.

Forse è per questo che l’aspetto di Feelmaking continua a cambiare. Cambia a seconda del mio gusto, che cambia probabilmente in base al mio stato d’animo, a quello che vedo e sento ogni giorno e magari anche in base alla posizione degli astri.

23 luglio

L’errore più grande della mia vita

Avendo ventun anni, non posso davvero avere idea di quale sia l’errore più grande della mia vita, ma posso provare a indovinare qual è quella cosa che ha avuto conseguenze negative e che avrei potuto evitare. Bisogna anche dire che spesso la questione degli errori che commettiamo si riduce a questo: avrei voluto avere un atteggiamento diverso. Comunque, quello che mi sembra essere il singolo più grande errore commesso nella mia vita è l’aver vissuto per alcuni anni il futuro più intensamente del presente. Mi sono illuso che fosse un piccolo e accettabile (anzi, ammirevole) sacrificio quello di compromettere in qualche modo il presente per garantirmi un futuro migliore… Continua la lettura.

Mi metto a scrivere in inglese (anzi, no)

Pochi giorni fa, come sicuramente sapete, è avvenuto un fatto tristissimo a Denver, alla prima dell’ultima fatica di Christopher Nolan. Uno squilibrato di nome James Holmes ha fatto una strage sparando in sala, e 12 persone hanno perso la vita. In un video ho visto alcuni bambini vestiti da Batman fuggire dal cinema, e questa immagine mi ha devastato. Ci sono alcuni tweet che fanno letteralmente venire i brividi. Queste solo le parole di una delle vittime, che poco tempo prima era scampata a un’altra sparatoria:

I was shown how fragile life was on Saturday. I saw the terror on bystanders’ faces.

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Leggi il post di pubblicato il 22 luglio in Pensieri

Ci si può affezionare a un’app?

Ci si può affezionare a un’app? Anche se la parola affezionare può sembrare fuori luogo, sembrerebbe proprio di sì. Basta sondare quello che sta succedendo ora che è avvenuto l’ultimo grande, clamoroso, acquisto da parte di una compagnia importante di un app indipendente. Infatti lo sviluppatore e blogger Dominique Leca ha annunciato che il team di Sparrow va a lavorare a Google. Buon per loro.

Il comunicato stampa, per Paul Haddad, sarebbe dovuto essere così:

Someone offered us a ton of money and we’d be idiots to say no. Sorry (but not really).

Ma non possiamo lamentarci. Leca scrive:

We’re joining the Gmail team to accomplish a bigger vision.

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Leggi il post di pubblicato il 21 luglio in Pensieri, Tecnologia

Io e la tecnologia

Una piccola premessa: questo post è un flusso di pensieri, senza una vera formattazione, una scansione in argomenti o idee. È confusionario, forse persino contraddittorio. Ma il fatto che lo stia pubblicando comunque è forse legato in qualche modo ai suoi stessi contenuti. Parlando con un amico pochi giorni fa, ho avuto modo di riflettere su come ci rapportiamo, oggi, con le cose che amiamo e con le cose ci appassionano, e su come la tecnologia stia in un certo senso rendendo le cose un po’ complicate. Mi sono accorto che nel tempo del tutto e subito siamo diventati collezionistiContinua la lettura.

Weekly Bits: Cosa ne sarà di Twitter?

Cos’è per me Twitter? Una piattaforma conversazionale, non priva di difetti, uno stagno in cui posso lanciare un sassolino a provocare un’onda anomala. Un post che ho scritto il 7 luglio ha generato conversazioni e prodotto reazioni su/tramite Twitter mentre, su Facebook, si è giusto guadagnato qualche like. Diciamo che, a parità di audience, mi sembra che là dove si cinguetta i cervelli si accendano di più. E finisce che ogni giorno si stringono nuovi legami. Tra persone, tra idee.

Cosa ne sarà di Twitter? Non ci è dato saperlo, ma è sotto gli occhi di tutti il fatto che si stia trasformando (snaturando) profondamenteContinua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 20 luglio in News

Quanti fotogrammi al secondo sono “abbastanza”?

Ultimamente si è parlato di film a 48p. Prima in Perché Lo Hobbit potrebbe sembrarti una fiction italiana, poi in Vuoi vedere il mio film in 2D, 3D o IMAX 3D? A 24p o 48p? Con o senza zucchero?, ho espresso alcune perplessità su questa nuova modalità di fruizione (non solo mie) ma voglio tornare un attimo sull’argomento semplicemente per segnalare una pagina in cui la questione dei fotogrammi al secondo viene spiegata in modo chiaro e soprattutto empirico, offrendo alcune informazioni e osservazioni fondamentali.

Allora quanti fotogrammi al secondo sono “abbastanza”? Non lo so, nessuno è ancora riuscito a capirlo.

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Leggi il post di pubblicato il 15 luglio in Filmmaking, Tecnologia

Weekly Bits: The Art of Logo Design

Siamo circondati da loghi di tutti i tipi, e ci divertiamo anche molto a riconoscerli – pensate a quei quiz, per iPhone e altre piattaforme, in cui dal logo bisogna risalire al brand; ho visto gente passarci le ore. Io stesso ho un debole per questi segni, e ho perso molto tempo a elaborare il mio. Ma come nascono i loghi? Come sono fatti? Che caratteristiche devono avere? Chi li crea, cosa fa esattamente?

Logo designers have to have a sense of what the company wants its personality to be, and then they manufacture this mask. And the logo is essentially a mask.

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Leggi il post di pubblicato il 13 luglio in News

Art of the Title, ovvero i titoli di testa come non li avete mai visti

Io sono un insaziabile fan delle sequenze iniziali di film e serie tv, i cosiddetti titoli di testa (ma spesso i titoli veri e propri passano in secondo piano). In passato vi mostrai un video (era una puntata di una webseries) dedicato all’arte del Title Design. Lo ripropongo qui perché merita una seconda visione.

Se l’argomento vi ha affascinato, o se come me siete innamorati di questo tipo di espressione artistica, dovreste visitare immediatamente Art of the Titleleading online resource of title sequence design, spanning the film, television, conference, and videogame industries – fondato da Ian Albinson e realizzato da CactusLabContinua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 11 luglio in Filmmaking

Risposte e chiarimenti su “Perché (non) ti sconsiglio di comprare un Mac”

Ieri ho pubblicato il post Perché (non) ti sconsiglio di comprare un Mac in risposta al discutibile articolo di pinperepette su Apple Mobile. In conclusione ho scritto:

Questo articolo [quello di pinperepette] vuole parlare a tutti, e tutti hanno esigenze diverse, quindi in effetti questo articolo non ha molto senso. Non avrei sprecato tempo a commentarlo se non fosse stato molto interessante, ma mi meraviglio che in un post che sconsiglia di comprare qualcosa a migliaia di lettori (tra quelli di Apple Mobile e quelli dell’autore) non sia chiaro il target, non si parli di costi (il prezzo conta molto nella scelta di un sistema/software/computer), non si parli di esperienza d’uso.

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Leggi il post di pubblicato il 8 luglio in Pensieri, Tecnologia

Perché (non) ti sconsiglio di comprare un Mac

L’articolo Perché ti sconsiglio di comprare un Mac di Pinperepette sta facendo discutere su Twitter e non solo. Evidentemente chi l’ha scritto (lo seguo su Twitter) sa di cosa parla. Il post si rivolge a tutti (quindi a nessuno, tornerò più avanti su questo punto) ma evidentemente va bene così. Nel post ci sono delle vere e proprie perle, come:

I programmi che ci sono per Mac, ci sono anche per Windows, mentre il contrario no.

Really? Segue la frase:

Non è assolutamente vero che Lion è un OS stabile.

Beh, magari è così visto che sembra un’opinione comune, ma io uso Lion dove faccio girare decine di applicazioni insieme, faccio montaggi video, grafica, elaborazione file RAW, webdesign ecc… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 7 luglio in Pensieri, Tecnologia

Responses to “The missing standard for todo apps”

A few days ago I wrote about a problem. There’s not standard for todo apps, they just can’t talk to each other.

Now, there’s a weird thing that I can’t explain to myself. There are tons of gorgeous todo apps out there. Every ones in a while some indie developer or some important software house release a new “todo app” with great features. The experimentation on UI in this kind of apps is mind-blowing. The problem is: there’s still no standard. These apps don’t know how to import and export data to share it. When you want to try a new one, you have to start from scratch.

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