Un’esperienza migliore del web: Readability contro Instapaper

Secondo Anil Dash Readability e Instapaper «semplicemente non sono in competizione». La sua è un’analisi molto estesa e appasionante della diatriba a proposito dei due servizi.

Le app per la lettura danno alle persone un’esperienza migliore del web, ma lo fanno in un modo che è in tensione con l’attuale modello di business editoriale, e ci vorranno dolorosi e dirompenti cambiamenti per risolvere questa tensione.

Sono un utente affezionato di Readability, ma credo che nel post non venga menzionato un problema di quest’ultimo: dei soldi raccolti per i publisher, quanti finiscono veramente nelle loro mani?

Michael Sippey:

My issue with Readability is this line: 70% of your monthly contribution is earmarked for the writers you read. While it may be earmarked, in practice it’s a lot lower. My subscription: Only actually distributed to publishers. Less then 5%. Suggestions for Readability: stronger publisher attribution in the user experience. Distribute more money to publishers that have actually registered.

Un altro problema che ho rilevato è questo: del mio pagamento mensile per Readability, una parte va a “feedproxy.google.com” che non è un sito o un blog, ma semplicemente l’url di qualunque articolo inviato a Redability da Google Reader. [1] Ma, nemmeno il tempo di finire di scrivere questo paragrafo, mi arriva un tweet di @readability in cui mi viene spiegato che sono a conoscenza del problema e che effettivamente i soldi non vanno a quel publisher “immaginario”.

Ecco una cosa che adoro dei ragazzi di Readability, sono disponibili e simpatici.


  1. È come quando girano dei link a contenuti che sono passati per Facebook, e che quindi sono in realtà link a Facebook, che reindirizza a quei contenuti.  ↩

Scritto da il 1/4/2012 in Tecnologia.