» Una cella su misura
Ci sono volte in cui fa schifo avere venti-e-qualcosa anni. Spesso è come essere al volante di una Ferrari su una strada con il limite a 20km/h, ma i cartelli non riesci a capire chi è ad averli messi; può darsi anche siano solo nella tua testa, può essere che non siano reali. Intanto il motore si ingolfa.
Sei schiavo di concetti che non ti appartengono, ma che finisci per cucirti addosso, spinto da pressioni esterne troppo sottili per essere razionalizzate. Quando sei un bambino e ti cadono a terra le patatine, subito le raccogli e le mangi comunque; quando cresci, invece, inizi a notare lo sporco annidato sulla superficie croccante e le butti via. Allo stesso modo, lentamente, inizi a precluderti tutta una serie di azioni in nome del “buon senso” — o di chissà quale altra stronzata — e costruisci, paletto dopo paletto, una cella su misura.