Non affezionarti alle carte

Nell’articolo How a ‘New Girl’ script gets made: From outline to final cut on ‘TinFinity’, in riferimento ad una battuta molto divertente pensata in fase di scrittura, l’autore Alan Sepinwall1 scrive:

The line, like so many that are a big hit in a sitcom writers room, will not survive to the final version, in part because the story changes to leave no place to put it.

Questo breve paragrafo mi ha fatto venire un mente un principio pokeristico molto importante: non bisogna affezionarsi alle carte. Capita di avere delle belle carte in mano, e continuare a vedere le puntate degli altri pur di non foldarle, anche se sappiamo bene che non ci porteranno da nessuna parte. Questo è un errore che ci può costare la mano (in senso pokeristico, non anatomico).

Lo stesso identico principio si può applicare a qualunque attività creativa: capita di trovare delle battute brillanti, un’idea per uno snodo narrativo interessante, un elemento grafico originale e così via, e di non riuscire a liberarsene. Bisogna invece essere abbastanza determinati per capire quando una di queste cose cose funziona bene autonomamente ma contribuisce negativamente al prodotto finale, o non contribuisce alla sua riuscita in alcun modo – che è quasi peggio.

È di vitale importanza riconoscere quel momento del processo creativo in cui è necessario fare pulizia degli elementi che sono diventati inadeguati o superflui.

Già che ci sono, ripeto una cosa già detto in passato in diverse occasioni: arriva un momento in cui bisogna ripartire da zero, riscrivere invece di correggere. Questo è l’ennesimo articolo che conferma la validità di tale approccio; in una fase di stallo del processo di scrittura dell’episodio ‘TinFinity’, infatti, ecco cosa è successo:

From out of frustration comes inspiration. Philbin grabs a second whiteboard and begins a brand-new version of the outline. The empty surface seems to recharge the batteries of everyone in the room — it’s a fresh start, rather than moving the same pieces around and around.

Nell’articolo ci sono molti altri paragrafi affascinanti, come questo:

And because so many different versions of each joke are filmed, the producers don’t really know what the episode looks like, or whether it entirely works, until right before editing is completed.

In chiusura cito alcune parole del produttore esecutivo Dave Finkel che hanno catturato la mia attenzione più di altre:

If the audience doesn’t have a clear idea of who’s going after what, it’s impossible to laugh. If people are trying to figure stuff out, if it’s unclear, if it’s muddy, they don’t laugh because they’re working too hard with the left brain to make sense of it, and then they can’t enjoy on a more instinctive guttural level what the jokes are.

Chissà cosa direbbe Louis C.K..


  1. Del quale vi consiglio questo bel libro.

Scritto da il 7/3/2013 in Filmmaking, Television.