Cinema vs. Serie TV
Questo pezzo di Anna Momigliano su Rivista Studio offre interessanti spunti di riflessione sull’importanza della trama sul grande schermo come sul piccolo. Ho qualche problema con queste osservazioni:
Fare un film bello e senza trama si può, ma provate voi a fare una serie televisiva senza trama [...] le serie vere, come Big Love, Mad Men o i Soprano [...] traggono la loro forza principale dall’arco narrativo.
Non mi sembra affatto che una serie come Mad Men tragga forza dall’arco narrativo, e per capirlo basta fare il confronto con la serie “parallela” (come trasmissione) Breaking Bad. La prima,
più che altro, è un esempio di come la serialità televisiva permetta, attraverso la sua estensione, di elaborare i personaggi e le relazioni tra di essi come 2 o 3 ore di cinema non possono sperare di fare. Certi personaggi della serialità americana li conosciamo meglio dei nostri amici in carne ed ossa perché sappiamo davvero tutto di loro. Se la “trama” fosse stata un po’ diversa il succo sarebbe stato lo stesso. La trama, per quanto sia molto ben elaborata, è più che altro un pretesto per farci esplorare una serie di cose (personaggi, appunto, ma anche il contesto storico/sociale).
Al contrario, un film bello e senza trama si può fare, certo, ma forse anche perché dopo due o tre ore saremo fuori dalla sala a mangiare, bere e chiacchierare con gli amici. Se una serie televisiva avesse i “vuoti” di certo cinema d’autore acclamato recentemente (penso a The Master, sul quale preferisco non esprimermi) alla seconda o terza puntata forse cominceremmo a drogarci per non far chiudere gli occhi.
Insomma, le serie tv e il cinema devono trovare il giusto equilibrio tra trama/evoluzione ed approfondimento/stasi, per dirlo in modo molto superficiale ma efficace (spero) e non giocare né a fare “il cinema d’autore” semplicemente facendo stare zitti i personaggi, né a fare della trama l’unico motivo d’essere.
Chiudo con una citazione da Storie di Ordinaria Follia di Bukowski che ho condiviso tempo fa su Twitter:
La noia e l’opacità sono scambiate per significati reconditi: il senso è nascosto così bene, così bene che non c’è. Non c’è nessun significato. Ma se tu non ce lo trovi manchi di sensibilità.