Le idee migliori restano
Evernote. Day One. File di testo (solo testo) su DropBox. App meravigliose. Bellissimi taccuini Moleskine. iPad. Quanti modi diversi abbiamo, oggi, per appuntare le idee che ci vengono in mente? Forse troppi.
È vero che le idee sono fragili – coltivarle è un’arte – ma conservarle tutte può in fin dei conti essere controproducente. Si ritrovano ammassate tutte assieme e quelle migliori rischiano di restare soffocate. La nostra mente, invece, opera istintivamente una selezione e le cose migliori, se tutto va bene, perdurano.
Stephen King, ad esempio, non utilizza taccuini. Con semplici ma efficaci parole dice:
The good stuff stays.
Attingo alla mia esperienza personale e vi dico questo: negli anni ho scritto decine di soggetti e sceneggiature; alcune di queste storie erano estremamente semplici e banali, frutto di brevi lampi di ispirazione. Ho scritto davvero tutto quello che mi passava per la testa. Alla fine, oggi, mi ritrovo ad aver sviluppato come si deve la prima e unica sceneggiatura di cui vado veramente fiero e che diventerà presto il mio primo cortometraggio. E allora? Bene, l’idea per questa sceneggiatura è nata anni fa, è maturata, l’ho dimenticata, è tornata, è cresciuta, l’ho lasciata perdere di nuovo… Alla fine è tornata e ho capito che era lei. Quell’idea che non mi ero segnato da nessuna parte – che non era finita in nessun taccuino (cartaceo o digitale) – alla fine si è rivelata essere l’idea giusta. Sì è dovuta fare forza per sopravvivere e ce l’ha fatta mentre altre idee, magari altrettanto valide, sono finite in qualche file sperduto e sono rimaste lì, solitarie e silenziose, perché io non mi sono più dovuto occupare di loro.