Il metodo di studio

Come accennai su Twitter, stamattina è arrivato il momento di scrivere un articolo sul metodo di studio che mi ha aiutato, ultimamente, ad ottenere negli esami universitari il massimo risultato con il minimo sforzo. E non è forse questo un buon principio guida per la vita in generale? Direi di sì. Ma cosa voglio dire con minimo sforzo? Intendo dire che non mi sono ammazzato di studio; che non avevo il sangue che pulsava negli occhi prima dell’ultimo, difficile, esame orale[1]; che durante il giorno, prima di tale esame, davo ampio spazio alle distrazioni.

Prima di tutto descriverò la tecnica che si è rivelata decisiva e che ha fatto la differenza, quindi accennerò ad altre che si sono rivelate altrettanto utili.

Feedback. Questa è stata la vera rivoluzione nel mio metodo di studio. Nonostante ottimi risultati ottenuti in passato, è solo esaminando me stesso continuamente che ho davvero ottimizzato lo studio. Una precisazione: questa tecnica va adottata dopo aver letto integralmente[2] i materiali a disposizione; a quel punto è possibile procedere in questo modo:

  • Preparate dei foglietti di carta (consiglio di usare degli A4 dividendoli a metà orizzontalmente) e tracciate una linea verticale su ogni facciata che li divida in due.
  • Mentre studiate, ripetete, ripensate alla materia in questione o approfondite gli argomenti – segnate i concetti importanti, ma anche quelli che avete difficoltà a memorizzare, in forma di domanda (sulla sinistra dei foglietti) e risposta (sulla destra). Sotto ognuno di questi elementi è meglio tracciare una linea orizzontale altrimenti si creerebbe molta confusione. Dopo pochi giorni di studio vi accorgerete che tali foglietti verrano popolati di domande e risposte molto rapidamente, quindi siate sintetici. Se per esempio volete segnare che qualcuno fa qualcosa, la domanda può contenere il qualcosa, e la risposta il qualcuno e la data. Va bene anche il contrario, ne parlo più avanti. Non dedicate certi foglietti a certi argomenti! Più le domande sono sparse, meglio è.

  • Alla fine di ogni sessione di studio, e soprattutto nelle ultime fasi della preparazione per l’esame, prendete un cartoncino o un foglio A4 piegato in due (così non traspare nulla) e coprite le risposte del primo foglietto. Cominciate, in ordine, a leggere la domanda e dare la risposta; se non conoscete la risposta, scopritela spostando il cartoncino, leggetela e tornate all’inizio. Se, quindi, arrivati alla settima domanda non sapete la risposta, dovrete leggerla e poi tornare alla prima domanda e ricominciare. Ripetete questa operazione per ogni facciata di ogni foglietto. Mi raccomando, mescolate sempre i foglietti prima di cominciare: dovete mettere alla prova il vostro cervello, in questo modo non sarà molto difficile.

  • Una cosa fondamentale è che a un certo punto potrete (e, in alcuni casi, dovrete) esercitarvi a fare il contrario. Coprite le domande del primo foglietto e da ogni risposta, in ordine, provate a risalire alla domanda; ripetete la procedura per ogni foglietto.[3]
  • Nelle ultissime fasi della preparazione vi accorgerete che alcune domande continuano a crearvi problemi. È normale. Cominciate quindi a segnare in qualsiasi modo (per me è stato un cerchietto fatto con l’evidenziatore) le domande alle quali non riuscite a rispondere e anche le risposte dalle quali non riuscite a risalire alle domande. Potrete quindi, quando preferirete farlo, ripetere con questa tecnica solamente quegli elementi che ancora non vi entrano in testa.

Spero di essere stato chiaro – ovviamente il tutto è più facile a farsi che a dirsi – e aggiungo che chiaramente un procedimento del genere può essere svolto digitalmente, ma vi sfido a riprodurre la praticità del cartoncino che scopre le domande e la possibilità di mescolare in un attimo i foglietti. Se c’è un’app anche per questo, fatemelo sapere.
Chiaramente quello che ho descritto è solo un metodo di feedback, ma potrebbe essere di grande aiuto che vi sforziate di mettere a punto il vostro metodo e che mettiate alla prova la vostra memoria e le vostre capacità logiche nel modo più appropriato per voi.

Non concentratevi troppo. Ho notato che per apprendere e assimilare serenamente vince un approccio rilassato alle materie, anche quelle più ostiche, rispetto all’approccio di coloro che non si concedono un minuto di respiro. Spesso, infatti, quando si studia troppo intensamente succede che a 3 giorni dall’esame si è letteralmente esausti e non si riesce più nemmeno a ripetere; di conseguenza si entra in crisi e si manda tutto all’aria. Meglio studiare meno, ma costantemente e serenamente. Un metodo interessante per mettere in pratica questo suggerimento potrebbe essere quello di studiare con la tecnica Pomodoro.

L’orario giusto. C’è chi assimila meglio i concetti e studia in modo più scorrevole e ottimale di sera, prima di andare a dormire. Per altri è necessario mettersi a lavoro subito dopo pranzo. Per me, il mattino ha l’oro in bocca. Questa cosa non è affatto scontata, anzi. Nella mia vita, fino a relativamente poco tempo fa, ero sempre stato quello che si sveglia il più tardi possibile, e comunque non vedevo nella mattina niente di speciale. Per caso ho constatato che quelle volte che mi alzavo la mattina presto – per un motivo o per l’altro – scrivevo meglio, leggevo meglio, studiavo meglio. Insomma la mattina ero una persona diversa. Da quel momento ho fatto uno sforzo e ho cominciato ad alzarmi sempre più presto, e oggi non mi crea problemi alzarmi alle 6:30 la domenica per sfruttare quelle ore silenziose e produrre qualcosa, qualsiasi cosa. Cercate di essere sinceri con voi stessi e capite quale momento della giornata, per voi, è più produttivo e sfruttatelo. Comunque dormite, ma fatelo nel modo giusto.

Ascoltatevi. A volte la mole di date, nomi, concetti o formule da impare è davvero mastodontica e quasi ingestibile. A un certo punto sembra che per ogni nuova nozione memorizzata ce n’è una che sta uscendo dalla porta sul retro. Ho trovato estremamente utile – da questo punto di vista e non solo – registrare la mia voce mentre ripetevo almeno il libro più importante (ma è chiaro che dipende molto dalla disciplina cosa è più importante) per poi salvare il tutto nell’app Musica dell’iPhone. Una volta organizzati questi file audio, preparati nell’arco di molti giorni di studio, in una playlist, ho fatto così: ogni volta che andavo a fare servizi, che mi stendevo sul letto per rilassarmi un po’, e a volte anche quando cucinavo o facevo altre cose, riproducevo tale playlist in casuale e mi riascoltavo. Questa è un’attività passiva che, in quanto opposta al metodo del feedback, sono sicuro che stimoli il cervello in modo molto diverso e utile. Sono convinto infatti che è proprio quando all’interno di un metodo di studio convivono un approccio attivo e uno passivo che si ottengono risultati migliori.

Non siete degli scrivani. A volte la tentazione è forte: durante lo studio si cominciano a riempire decine di pagine di appunti, che spesso si rivelano essere delle vere e proprie trascizioni dei libri di testo. Questo cosa comporta? Se abbandonerete lo studio ‘per causa di forza maggiore’, anche solo per una settimana, quando riprenderete in mano questi materiali probabilmente sarà come vederli per la prima volta. Negli appunti dovete essere estremamente sintetici, il resto è sui libri. Possibilmente, sui libri, evidenziate in giallo tutto quello che è utile alla preparazione, in arancione quello è importante e infine in blu o verde ciò che è fondamentale. Queste ultime evidenziazioni dovrebbero costituire il 10% del testo, non di più.

È chiaro che le mie indicazioni sono estremamente generiche e fondate sulla mia esperienza personale. Vi invito a definire il vostro metodo, usando i principi di cui sopra al massimo come ispirazione, niente di più. Non sono un insegnante, non sono un esperto, mi sono semplicemente sforzato di capire cosa è efficace e cosa no. Nel tempo ci si rende conto di cosa non funziona e purtroppo (siamo esseri umani) il più delle volte non si cambia assolutamente niente. Il consiglio finale che posso darvi, quindi, è questo: siate creativi.


  1. Chi mi conosce sa che mi sto riferendo al famoso Storia Medievale che, soprattutto per me che studio Cinema, si è dimostrato un grande scoglio da superare. Il risultato, 30 e Lode al primo tentativo, è stato quindi motivo di grande soddisfazione.  ↩

  2. Qualcuno suggerisce di non evidenziare nulla in questa fase, in quanto non ci si aiuta davvero in questo modo a memorizzare gli argomenti. Io, però, ho capito che senza evidenziare studio in modo molto più superficiale, dunque lo faccio anche alla prima lettura. Cercate di capire cosa è meglio per voi.  ↩

  3. Vi accorgerete che in alcuni casi da una risposta si potrebbe risalire a qualunque cosa, come è naturale che sia. In quei casi, segnate di rosso (o come volete) quelle risposte, così da poterle saltare direttamente le prossime volte.  ↩

Scritto da il 29/11/2012 in Pensieri, Tutorials & Tips.