iBooks Author e Final Cut Pro X: la democratizzazione dei contenuti
Ieri Apple ha presentato nella suggestiva cornice del Guggenheim Museum di New York iBooks Author (tra le altre cose), un’applicazione gratuita per realizzare splendidi eBook con capacità multimediali, motore di ricerca interno, glossario integrato, JavaScript, HTML e non solo. Uno strumento – ripeto, gratuito – potentissimo che per la prima volta mette la produzione e distribuzione di contenuti di questo tipo nelle mani di tutti. Scrive Buster Heine su Cult of Mac (traduzione di iPhoneItalia):
Cosa hanno in comune Williamo Faulkner, J.K. Rowling, George Orwell, Scott Fitzgerald e Stephen King? Tutti sono stati respinti da varie case editrici quando hanno cercato di pubblicare il loro primo romanzo. Con l’annuncio di iBooks 2 e di iBooks Author, Apple non ha dato solo un impulso al sistema scolastico, ma sta tentando anche di far risorgere l’arte della parola scritta, trasferendo il potere di pubblicazione dagli editori agli scrittori. Potremmo essere davvero all’inizio di un nuovo rinascimento per la scrittura. […] Se è vero che già da tempo Amazon dava la possibilità di auto-pubblicare i libri a tutti gli autori indipendenti, dall’altra è sempre mancato uno strumento semplice e veloce per realizzare tale libro. E Apple lo ha creato con iBooks Author.
Questo mi fa pensare all’App Store: il negozio digitale di applicazioni, oltre ad aver creato un business notevole, ha permesso a gente giovanissima e (per esempio) a persone che non hanno accesso a mezzi di apprendimento ‘avanzati’, di diventare sviluppatori e soprattutto ha permesso loro di distribuire le loro creazioni ed essere retribuiti per il loro lavoro. Apple non ha inventato questo sistema, ma è chiaro che ne ha creato uno quasi perfetto.
Se voglio sviluppare e vendere un’applicazione per Mac, iPhone, iPod o iPad devo solo farlo. Non ho bisogno di un editore, di un distributore, di un intermediario. Nulla (o quasi, ci sono delle regole da rispettare) mi separa dal negozio virtuale. Oggi se voglio creare e distribuire un libro, eventualmente come prodotto multimediale e interattivo, posso farlo. Questa è un’evoluzione felice della produzione di contenuti bottom-up, e ne guadagnano tutti. So che il focus della presentazione di ieri era l’educazione, ma le mie riflessioni (e non solo mie come abbiamo visto) vanno in una direzione leggermente diversa.
Henry Jenkins in Cultura Convergente scrive:
Il cambiamento mediatico attuale sta riaffermando il diritto della gente comune di contribuire attivamente alle forme della propria cultura.
Forse è un’affermazione azzardata quella che sto per fare, ma mi sembra che Apple voglia essere (se non lo è già) il principale promotore tecnologico di questa cultura.
Purtroppo tutte queste belle cose si scontrano con alcuni comportamenti diametralmente opposti. Ad esempio, come riporta Spider-Mac, stando alla licenza d’uso di iBooks Author, l’utente finale può creare libri elettronici che possono essere venduti solo tramite iBookstore. Solo i libri gratuiti sono liberi da questa restrizione. John Gruber spiega la cosa in due modi:
Prima di tutto, come scrive David Smith, non puoi usare questo strumento gratuito per creare libri che poi vendi direttamente ai consumatori, aggirando lo store Apple. […] In secondo luogo [questa restrizione, ndt] serve a non far diventare iBooks Author uno strumento di authoring per gli store di eBook concorrenti, come quello di Amazon e quello di Google. […] Non penso ci vorrebbe molto lavoro, per chiunque abbia un ePub reader basato su WebKit, per aggiungere il supporto ai libri di testo di iBooks. […] Con queste licenze restrittive Apple sta cercando di ottenere l’effetto lock-in dato dai formati proprietari senza un formato proprietario.
Proseguirò nella mia riflessione senza giudicare eticamente questa scelta (alquanto discutibile). Ritengo che a un certo punto Apple potrebbe persino acquisire Vimeo, o crearne un competitor, e la cosa non mi sorprenderebbe più di tanto in quanto un altro tassello del puzzle che sta decisamente prendendo forma è quello della produzione video.
Prima Apple aveva Final Cut Studio che gli utenti pro di tutto il mondo – una piccola fetta della torta dei consumatori, che però si guadagnava da vivere usando questo software – usavano per creare contenuti elaborati e professionali. Poi è arrivato Final Cut Pro X (immaginate un suono drammatico a sottolineare questa riga) che ha prodotto reazioni molto variegate, ma non mi dilungherò nuovamente sull’argomento, avendone già ampiamente discusso sul mio blog come su Saggiamente.
Bisogna dire che non tutti i cosiddetti pro sono scontenti della nuova release. Certi editor asseriscono che gli strumenti di cui hanno bisogno sono tutti presenti (e in grande forma) in questa release. Cito Alex Snelling, Apple Certified Master Trainer di fcp.com (lascio in inglese perché una traduzione non renderebbe l’entusiasmo):
Despite all the rumours, I am delighted to say the editor’s tools are all there in spades. So the message to all those guys and gals who cut, day in, day out, to tight deadlines at the highest level. Join in the fun, this is awesome.
Ma la questione principale che voglio discutere è un’altra. Ho la sensazione che Apple abbia voluto creare un software che negli anni diventerà una specie di “editor totale”, un software capace di soddisfare le esigenze di un target estremamente eterogeneo e di fare quello che mi sembra stia facendo ora con iBooks Author: permettere a chiunque di creare contenuti (video o testuali) di qualità. Non sto dicendo, nel caso di iBooks Author, che questo sia l’intento principale, ma è sicuramente un effetto collaterale rilevante.
Tornando a Final Cut Pro X, siamo dinnanzi ad una sorta di ‘beta’ che evidentemente per Apple è lecito far pagare duecentoquaranta euro. Chi sono i beta tester? Coloro che stanno approcciando il mondo del montaggio video, quelli che fanno video per diletto o lavorano con le loro DSRL, i professionisti che lavorano in solitaria e possono sorvolare su certi limiti di FCP X, YouTuber… Questa beta, è chiaro a tutti, ha ancora tanti limiti che io stesso noto ogni giorno. Non mi metto a elencarli, ma ho riscontrato bug nella UI, nell’Optical Flow, limiti imbarazzanti nella gestione degli Effetti ecc. Ma l’importante è capire quale strada è stata intrapresa.
Scrive Oliver Peters:
Final Cut Pro X riporta l’applicazione all’essenza di cosa doveva essere originariamente Final Cut: un prodotto che rendesse più facile per gli editor in erba e quelli avanzati ottenere risultati professionali in modo più semplice. […] L’editing avanzato, anche se appartiene a una nicchia, può essere fatto tranquillamente su Mac grazie ai software Avid, Adobe, Autodesk e persino Media 100.
La riflessione di Olivier prosegue, ricordando che Apple ha creato coppie di software come iPhoto e Aperture, GarageBand e Logic che permettono di creare ed elaborare contenuti ‘basic’ o ‘advanced’. La distinzione non è nei consumatori (pro vs. prosumer vs. consumer) ma negli strumenti. iMovie e Final Cut Pro X sono due modalità in cui chiunque, a seconda delle esigenze, può produrre contenuti video.
Ricordo che Randy Ubillos, la stessa mente creativa dietro FCP X, concepì iMovie ‘08 quando, riesaminando le riprese fatte durante una vacanza, capì che doveva realizzare un software per organizzare le riprese in un modo che i software di montaggio – come Avid, Premiere e lo stesso Final Cut – non permettevano di fare. Era l’idea per First Cut, un software che non vide mai luce ma che fu la base, appunto, per il nuovo iMovie ‘08. Diverse recensioni stroncarono il software, ed i consumatori stessi non ne capirono le potenzialità. Nessuno all’interno di Apple, infatti, si premurò di comunicare agli utilizzatori che la nuova applicazione portava nuovi paradigmi che cambiavano radicalmente la gestione del proprio materiale. Alla fine Apple cedette e fornì un link per scaricare iMovie 6 dalla pagina ufficiale del software. A mio avviso iMovie oggi è per Final Cut Pro X proprio una specie di First Cut. O almeno questa è l’idea.
La democratizzazione della produzione di contenuti, che evidentemente Apple sta promuovendo, potrebbe presto abbracciare l’ambito del montaggio video – se non lo sta già facendo. Dalle mail che ricevo, dai tweet che leggo, dai blog che seguo e non solo, ho constatato che la user base di Final Cut Pro X è estremamente eterogenea ed è destinata a crescere. Mi sembra che per Apple fosse necessario staccare la spina al vecchio Final Cut Pro 7 perché non aveva più senso in prospettiva.
Ecco che quindi acquista un senso la notizia secondo cui a Cupertino avessero in effetti lavorato ad una nuova versione di Final Cut che non era una rivoluzione, bensì un’evoluzione della precedente. Dice Richard Harrington:
C’era un Final Cut Pro 8 che girava a 64bit ed era pronto ma lo guardarono e dissero ‘Questo non è ciò che vogliamo fare, questa è un’evoluzione, non una rivoluzione’ e quindi l’hanno soppresso.
Lo ammetto, come ho già scritto su Saggiamente, Apple è quasi riuscita a farmi stancare di tutte queste rivoluzioni. Come si susseguono le stagioni, una dopo l’altra arrivano nuove rivoluzioni da Cupertino, e ognuna …is going to change everything, all over again. Mi sembra chiaro però che dietro a Final Cut Pro X ci sia una visione a lungo termine. Forse quella di creare il software di montaggio per tutti. For the rest of us. Per il prosumer, il semi-pro, il pro, il DSLR video-maker, il filmmaker in erba, lo studente di cinema. E se Apple sarà capace di catturare le idee più originali e le proposte più brillanti che circolano sul web e passarle al team di sviluppo, non ci vorrà molto a realizzare questa visione (se è questa la visione) trasformando Final Cut Pro X in un NLE magnifico.
Non posso certo trarre conclusioni, ma mi piace credere che Final Cut Pro X possa davvero cambiare le cose e che questo sia in un certo senso un cambiamento necessario (almeno per Apple). Final Cut Pro 7 semplicemente non faceva più parte di un disegno più ampio che non è ancora stato svelato del tutto – e mai lo sarà, probabilmente, a giudicare da come Apple ha sempre operato.
Voi quale pensate che sia la visione di Apple? Final Cut Pro X è per tutti o solo per qualcuno? E voi lo state sperimentando o l’avete scartato? Let me know.