Ci si può affezionare a un’app?
Ci si può affezionare a un’app? Anche se la parola affezionare può sembrare fuori luogo, sembrerebbe proprio di sì. Basta sondare quello che sta succedendo ora che è avvenuto l’ultimo grande, clamoroso, acquisto da parte di una compagnia importante di un app indipendente. Infatti lo sviluppatore e blogger Dominique Leca ha annunciato che il team di Sparrow va a lavorare a Google. Buon per loro.
Il comunicato stampa, per Paul Haddad, sarebbe dovuto essere così:
Someone offered us a ton of money and we’d be idiots to say no. Sorry (but not really).
Ma non possiamo lamentarci. Leca scrive:
We’re joining the Gmail team to accomplish a bigger vision.
Spero che sia davvero così visto che Sparrow è (era) un software straordinario, realizzato evidentemente da persone che amano quello che fanno. Marco Arment, lucido e brillante come sempre, scrive:
If you want to keep the software and services around that you enjoy, do what you can to make their businesses successful enough that it’s more attractive to keep running them than to be hired by a big tech company.
E di lui ci possiamo fidare, visto che con Instapaper ha fatto esattamente questo.
All’inizio del post mi sono chiesto se ci si può affezionare a un software. L’ho fatto perché prima con Instagram, e ora con Sparrow, le reazioni dei consumatori rispetto a questi fenomeni sembrano quelle di chi è stato appena tradito dalla propria ragazza o ingannato da un amico. Ma se Instagram era gratuita – eppure c’è chi l’abbandonò immediatamente a seguito dell’acquisizione – Sparrow è un’app a pagamento, e la ‘delusione’ di conseguenza è ancora maggiore.
Il nostro legame con questi software è così profondo e forte per un semplice motivo: questi sono strumenti che usiamo ogni giorno, numerose volte al giorno, e non solo ci abituiamo ad essi, ma finiamo inevitabilmente per provare qualcosa per loro. Per capire questa cosa è sufficiente pensare a quanto un uomo si possa innamorare della sua auto o della sua moto. Dei semplici mezzi di trasporto che diventano sorprendentemente importanti per noi. Ma se un’auto o una moto possono restare al nostro fianco per una vita, i software è molto probabile che a un certo punto si trasformino, muoiano, rinascano oppure ci tradiscano. È così che funziona. Non facciamo nemmeno in tempo ad abituarci davvero che siamo costretti e passare a qualcosa di nuovo. Di diverso.
C’è chi ha acquistato Sparrow per Mac e non ha aspettato molto prima di mettere in guardia i nuovi acquirenti, scrivendo recensioni come questa e questa ma anche questa (direttamente dal MAS italiano). Insomma questa è una bella storia che finisce male, anche se non sappiamo davvero cosa succederà, ma di certo non abbiamo (ancora) buoni motivi per abbandonare l’app – e in questo sono d’accordo con Diego Petrucci.