La soluzione al problema email
Mailbox è un palliativo oppure la soluzione al cosiddetto ‘problema email’? Esiste davvero tale problema? La nostra anima sopravvive alla morte del corpo? Quante calorie ci sono in una mela?1 Domande del genere nascono spontaneamente quando qualcosa cambia il modo in cui affrontiamo un problema (o almeno ci prova). È il caso di Mailbox, appunto, un client per Gmail per iOS che trasforma la propria casella email in una todo list. Per fare questo permette di posticipare la lettura di un messaggio, facendolo sparire dalla Posta in Entrata e facendolo tornare quando preferiamo – nel weekend, tra qualche ora, la settimana prossima… Bene, per qualcuno questo approccio fa semplicemente in modo che la lettura delle email – e le azioni che prevedono, come rispondere – venga posticipata, e dato che ormai abbiamo imparato la parola procrastinare e ci piace utilizzarla appena ne abbiamo l’occasione, ci viene spontaneo dire che Mailbox serve a procrastinare. Ma non è così. Mailbox è uno strumento che, nonostante la sua semplicità, è decisamente versatile, e se viene trasformato in un ‘delaying tool‘, per citare Federico, è almeno in parte colpa nostra.
Sono riuscito senza troppo fatica ad abituarmi al nuovo approccio e la cosa sta funzionando molto bene per me. Arriva la mail del prof che ora non mi serve a niente ma sarà fondamentale tra un mese? La faccio tornare tra un mese. Mi hanno scritto su Branch ma voglio rispondere con calma nel weekend? Faccio tornare la notifica nel weekend. Mi è arrivata una newsletter completamente inutile e non mi ricordo nemmeno di essermi iscritto anzi forse è proprio spam? No, qua bisogna premere Unsubscribe. Ecco, appunto: se rimandate la lettura di una mail a prescindere dai suoi contenuti, state usando Mailbox come uno strumento per procrastinare. Se, al contrario, decidete consapevolmente che un determinato messaggio non vi serve ora oppure non ci va di fare ciò che richiede di fare ora (come visitare un sito o rispondere), rimandatene la lettura. Usate Mailbox in questo modo e probabilmente vi accorgerete di alcune cose. Una è che avere l’Inbox vuota è in effetti una cosa bella: lasciare che i messaggi si accumulino lì è un po’ come quando andate a dormire sovrappensiero – svuotando la Posta in Entrata svuotate anche la vostra testa. E poi se esiste una differenza tra archiviare ed eliminare, un motivo c’è: eliminate la sporcizia, conservate (archiviate) ciò che non vi serve più, almeno per il momento. E infatti in Mailbox l’icona per Archivia non è la solita scatolona che istintivamente spaventa un po’, ma è l’amichevole segno di spunta, che parla chiaro.
In questo post sto scrivendo cosa penso che sia Mailbox e perché funziona per me, e non è detto che possa funzionare per tutti. Qualcuno probabilmente vuole ammassare roba nella Posta in Entrata, ed è libero di farlo. Se invece volete dare fiducia a chi ha progettato questo software, dategli una chance, anche se bisogna fare la fila per usarlo. Ho letto di qualcuno che ha deciso di non utilizzare Mailbox anche solo per questo motivo, ma non credo valga la pena di commentare questo atteggiamento. In generale ritengo che sia stato fatto un ottimo lavoro sull’esperienza utente, che è fluida e rende la fruizione e organizzazione delle mail persino piacevole. Anche il concetto di “lista” invece di “etichetta” è piuttosto coraggioso e mi ha conquistato. Dico coraggioso perché l’etichetta deve la sua fortuna al fatto che sostituisce il concetto obsoleto di “cartella”, e l’idea di “lista” ricalca, appunto, quella di “cartella”. Ma non voglio dilungarmi su questi dettagli, ho scritto queste noiose righe su un argomento così specifico perché questo software ha inciso molto nella mia vita digitale e sono rimasto colpito dalla quantità di commenti negativi letti in rete, scritti soprattutto dq persone che, a mio avviso, non hanno compreso appieno non tanto le funzioni quando il concetto stesso – l’idea di fondo – dell’app.
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Fa tutto parte del mio complotto per posizionare meglio il blog su Google. Scherzo. In parte.↩