Elevare i fini

Spesso mi sono chiesto come mai, in Italia, facciamo le cose peggio che altrove. Qualcuno storcerà il naso perché facciamo delle gran belle cose, noi italiani, e le abbiamo sempre fatte, anche meglio degli altri. Ma c’è un ambito in particolare che mi ha suggerito che non è sempre così: i cortometraggi e i film indipendenti. Ho visto infatti anche i prodotti più scadenti essere selezionati ai concorsi e persino vincere dei premi, ottenere sovvenzioni e riscuotere successo in rete. Sembra quasi che si apprezzi più l’impegno del prodotto, e questo è un atteggiamento davvero corrosivo. Ho la sensazione che noi mediterranei abbiamo questa tendenza ad essere sempre ‘consolati’ anche quando produciamo schifezze, e questo fatto dovrebbe essere legato alla cosiddetta figura della Grande Madre: concretamente prima e metaforicamente dopo, anche quando creiamo una schifezza qualcuno la apprezzerà e ci dirà che va bene così; noi saremo così legittimati a non migliorare. Al contrario, è più sano un ambiente in cui, se facciamo una schifezza oppure facciamo una bella cosa ma con delle lacune, le nostre figure di riferimento ce lo fanno notare. Bisogna semplificare i mezzi ed elevare i fini, questo dovrebbe essere il nostro obiettivo, sempre. Spesso, invece, facciamo l’esatto opposto. A dimostrazione di questo mio delirio mattutino c’è questo: si dice spesso di non buttarsi in qualunque ambito lavorativo creativo all’estero perché c’è molta più concorrenza: se vuoi emergere, dovrai faticare molto di più. Io dico: fantastico! Non possiamo creare una situazione simile anche sul nostro territorio, andando a caccia dei migliori e premiando loro? Immagino che la competizione ci farebbe molto bene, e saremmo spronati a lavorare più duramente per emergere dal gregge. Ora, questa è una breve riflessione ma bisognerebbe fare un discorso più ampio che parte dal sistema scolastico, un sistema in cui l’insegnante sprona gli studenti non a superare sé stessi, ma a somigliargli il più possibile. Un sistema in cui per emergere devi fare quello che fanno tutti esattamente come tutti si aspettano che tu lo faccia. Un sistema che schiaccia l’individuo e opprime la spinta creativa, più o meno quello che dice, argomentando decisamente meglio di me, Sir Ken Robinson. Chiudo questa parentesi ma spero di riprendere il discorso in modo più organico in futuro, magari nel podcast. Vi invito nel frattempo a prendervi un’oretta e guardare il video in cui proprio Ken Robinson chiacchiera con un altro dei miei riferimenti più grandi, Eckhart Tolle.