Fermare la pirateria non è così semplice
Diverse persone che seguo hanno retwittato in questi giorni un cinguettio di Kim Dotcom che recita:
How to stop piracy:
1 Create great stuff
2 Make it easy to buy
3 Same day worldwide release
4 Fair price
5 Works on any device
Non l’ho retwittato anch’io – nonostante lo stessi per fare in un primo momento – perché mi è sembrata una semplificazione eccessiva. Esistono contenuti che vengono piratati (che parola oscena) ma rispettano tutti i criteri descritti sopra; un esempio sono le app cross-platform: 1) “great stuff” è soggettivo ma a volte è così, 2) non c’è niente di più facile che scaricare un’app, 3) è raro che l’uscita in certe nazioni sia rimandata, 4) spesso i prezzi oscillano intono ai pochi euro – e non c’è nemmeno bisogno di fare la solita metafora del caffè che costa uguale – e infine 5) un’app cross-platform chiaramente funziona su tutti i dispositivi.
Ebbene anche questi contenuti vengono scaricati illegalmente, o ‘rubati’ come si ostina a dire qualcuno. Non riapro certo il capitolo “ma com’è possibile che hai pagato uno smartphone 700€ e ora scarichi le app craccate?” perché è di una scontatezza disarmante, ma se ho scritto queste poche righe è per invitare ad evitare certe semplificazioni à la Kim Dotcom o – al contrario – à la Marco Arment.
Nel primo caso, infatti, la colpa della pirateria è tutta dalla parte dei creatori di contenuti. Nel secondo, invece, sembra che la colpa sia sempre da attribuire ai consumatori. Possibile che non si riesca a dire niente di abbastanza intelligente da attribuire le responsabilità in modo più ragionevole? Ma si sa, il web è fatto così.
Non ho fatto distinzioni tra tipi di contenuti – come film e app – per non allungare inutilmente il discorso. C’è differenza tra craccare un’app che si potrebbe acquistare a pochi euro (per me è sbagliato ma si potrebbe dire il problema verrebbe attenuato facendo provare questi software prima dell’acquisto) e scaricare una serie perché nel mio paese non è disponibile (per me non è proprio sbagliato ma si potrebbe dire che basterebbe pazientare un po’ in molti casi). Il punto è che le responsabilità, come emerge, cambiano da caso a caso e non ha senso dire che la pirateria si risolve così o che la colpa sia sempre di un’entità in particolare. Tendenzialmente siamo portati a cercare la ragione del problema, ma quando il problema è così vasto e complesso non basta nemmeno un libro per elencarne le ragioni e le possibili soluzioni.