» Ive come Jobs
Ogni volta che leggo il titolo di un post che riflette su Apple dopo Steve Jobs so già che devo aspettarmi il peggio. La maggior parte dei blogger è così arrogante da dire con certezza cosa passa per la testa di Cook, Ive, Forstall (non più). Una delle poche cose intelligenti che ho letto è stata scritta da Micah Singleton in Apple, Looking Forward:
With the recent moves made by now CEO Tim Cook, this model has returned, albeit slightly altered, with Cook leading, and Sir Jony Ive playing the role of Jobs, taking over creative control of the world’s largest company.
Il modello a cui accenna il paragrafo è quello che c’era con Jobs, ovvero guida creativa di quest’ultimo – qualcuno infatti lo chiamava head artist più che CEO – e ottimizzazione di tutto il processo di Cook.
L’head artist d’ora in poi sarà il caro Ive e dovrà sorprenderci lui con le magie che prima erano esclusiva di Steve. Sono sicuro che farà uscire tanti conigli di alluminio dal suo cappello magico unibody, mentre Tim, come scrive Riccardo Mori, «looks and sounds like the good-hearted, somewhat shy uncle who has come to tell us a great story nobody else knows», e va bene così.