Inception e l’arte di coltivare le idee
Ieri ho rivisto Inception e come al solito sono stato conquistato dall’eloquenza di Cobb che, ogni volta che ne ha occasione, spiega quanto possa essere potente e invasiva un’idea. Proprio come un virus.
What is the most resilient parasite? Bacteria? A virus? An intestinal worm? An idea. Resilient… highly contagious. Once an idea has taken hold of the brain it’s almost impossible to eradicate. An idea that is fully formed – fully understood – that sticks; right in there somewhere.
Ma, prima di diventare un virus, un’idea è fragile, debole, e può svanire da un momento all’altro. Senza nulla togliere all’espertissimo Cobb, ecco le parole di Jonathan Ive a tal proposito:
While ideas ultimately can be so powerful, they begin as fragile, barely formed thoughts, so easily missed, so easily compromised, so easily just squished.
Inoltre, seppure la metafora del virus sia molto efficace, le buone idee vanno curate altrimenti marciscono. Steve Corona, CTO di Twitpic, scrive:
Ideas rot, and the only way to keep them from spoiling is to turn them into reality.
Quello di cui Corona (sì, viene da pensare a quel Corona purtroppo) tratta nel suo post è un metodo, ma come questo ce sono tanti. Nel mio caso fu prezioso l’aiuto del libro Getting Things Done di Allen a diventare più produttivo e quindi indirettamente a dare più spazio alle mie idee, ma l’importante è fare e non rimandare continuamente, e basta davvero poco. Essere più produttivi non significa solo lavorare di più, anzi talvolta comporta esattamente il contrario.
Alla fine si tratta anche di gestire il proprio tempo diversamente da come lo fanno tutti gli altri, creando un ambiente sano in cui le idee possano crescere e maturare (questo post è un overload di metafore).