Perché scriviamo di tecnologia?

Qualcuno potrebbe dire che i miei trattati tecno-filosofici affrontino temi futili, non fondamentali. Ma cos’è davvero fondamentale? Dovremmo porci anche questa domanda, giusto?

Se parlo e scrivo di tecnologia lo faccio soprattutto per l’effetto che questa ha sulla mia vita, e anche per le implicazioni che questo fatto comporta. Non è devozione. Anzi trovo – come ogni persona dotata di buonsenso – che un uso malsano della tecnologia possa creare tanti, tanti problemi.

Penso, anche, che non ci sia un argomento al mondo di cui non valga la pena parlare e scrivere. Se è la tecnologia a farmi fare tante cose e ad essere parte integrante della mia vita – come ha scritto Federico Travaini in risposta a Matteo – in quanto ‘mente critica’ mi trovo spesso a mettere in discussione il mio rapporto con essa, e questa è una pratica salutare.

Il blog viene dopo, ed in un certo senso è un passaggio inevitabile. In tante cose ci distinguiamo dagli animali – e non è certo questa la sede per parlarne – ma penso di non dire una follia se affermo che il pensiero critico sia una di queste cose, forse una delle più importanti. Cosa è futile e cosa no, a mio avviso, è irrilevante in quanto si tratta di una questione estremamente soggettiva. Ma esprimere opinioni, fare considerazioni, offrire pareri su un argomento come un altro non è mai tempo sprecato. Se poi l’argomento – per quanto qualcuno lo possa considerare futile – è la tecnologia, di cose da dire ce ne sono molte.

A questo punto mi sembra quasi che la domanda «Cosa ci spinge a soffermarci su determinati argomenti (di discutibile utilità)?» non abbia davvero bisogno di una risposta. L’utilità di qualunque cosa è sempre discutibile (salvo le ovvie eccezioni), “cosa ci spinge” è un universo di motivazioni/occasioni che non si può sintetizzare in poche righe.

Se mi puntate una pistola alla tempia, vi dico che noi facciamo quello che facciamo perché ci piace pensare, scrivere, condividere idee, ascoltare pareri diversi dal nostro. La tecnologia è la passione, ma anche il pretesto.

La domanda «Perché scriviamo di tecnologia?» è interessante, ma forse sarebbe più stimolante e anche risolutivo chiedersi «Perché scriviamo?».