Weekly Bits: Readlists, Linus Torvalds e il suo MacBook Air, Google Chrome, Facebook Camera
Dato che questa rubrica stava diventando una specie di Reading List, ho cominciato a scrivere noiose introduzioni come questa. A proposito, quelli di Readability hanno creato Readlists, ma qualcuno è perplesso. In effetti sembra che il web stia diventando veicolo di una pratica quantomeno discutibile, ovvero quella per cui i testi vengono frammentati, demoliti, riformattati selvaggiamente. La polemica in verità scaturisce dal fatto che questi servizi allontanano i visitatori dai siti dei creatori di contenuti (e potremmo dire dai creatori stessi). Forse però stanno suonando troppi campanelli d’allarme, visto che si tratta comunque di servizi che mettono al centro i contenuti, e stimolano in qualche modo le persone a leggere (e vedere) le cose dall’inizio alla fine – un vero e proprio atto rivoluzionario. Ma forse il problema non ha tanto a che fare con le page views: nonostante tutte queste belle cose come Instapaper, Readability e ora Readlists, quello che succede ai contenuti dopo che li abbiamo divorati (qualcuno la chiama snack culture) è che svaniscono. Come suggerisce Robin Sloan in Fish: a tap essay:
We like everything, but I am growing suspicious that our likes don’t mean much at all in the endless flood […] There are absolutely things worth loving on the internet, but the internet has no album view […] On the internet today watching something twice is a radical act.
Non dico che non esistono modi per salvare le cose che ci piacciono di più, ma credo che sia la cultura digitale nel complesso a suggerirci di masticare e ingoiare tutto, senza riflettere sui sapori, senza ragionare sui gusti. Ok, andiamo avanti.
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A me piace avere molti pixel sullo schermo per non usarli, e molto spazio vuoto sulla scrivania. Anche a Shawn Blanc a quanto pare.
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Pensate che a quanto pare molta più gente guarda video sul web tramite Xbox che tramite iPad, iPhone, Android, Apple TV o Google TV. Un punto a favore di Microsoft? Non ne sono sicuro, visto che sembra un effetto collaterale imprevisto più che altro.
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Qualche volta vi ho detto che lavoro con Alessandro Piva. Stefano Lorusso lo ha intervistato.
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Devo ammettere di essere un po’ sconcertato dal fatto che nessuno è riuscito a fare quello che Apple ha realizzato con i MacBook Air. Anche a distanza di anni dal primo modello, gli altri produttori di portatili continuano ad insistere su questi oggetti brutti e mal funzionanti. – Linus Torvalds
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Il design è democratizzato. Non è più un optional. Ma cosa è successo davvero? «Perhaps Apple’s global dominance has elevated our design expectations, or Ikea’s vision to bring great design at affordable prices to everyone on the planet has finally taken effect, or perhaps the Internet has taught us what well-designed user experiences and good design really are. Likely, it is a combination of all» dice Adam Swann.
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I device del colosso di Cupertino sono apparsi nei piccoli schermi Usa 613 volte nel 2009 e 891 nel 2011, e nel 40% dei film che hanno sbancato i botteghini nei cinema, secondo una ricerca effettuata da Nielsen. *
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C’è stata l’eclissi di Sole.
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Non c’è bisogno di essere amanti della tecnologia per apprezzare questo video. Il dispositivo si chiama The Leap e pretende di sostituire mouse e tastiera. Non credo che questo avverrà (almeno non nell’immediato futuro) ma le possibilità sono infinite.
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Uso Safari (non so esattamente per quale motivo) ma ho provato immensa gioia nell’apprendere che Google Chrome ha finalmente superato Internet Explorer.
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Su Saggiamente c’è qualche dettaglio in più sui due film in lavorazione su Steve Jobs.
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Bello e stimolante il discorso dello sceneggiatore Aaron Sorkin per la cerimonia di consegna dei diplomi della Syracuse Univercity.
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Il trailer onesto di Transformers, segnalato da BadTaste.
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A tutti capitano giornate storte. Anche ai supereroi.
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Roman Polanski ha diretto un cortometraggio per Prada con Ben Kingsley ed Helena Bonham Carter. *
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Sembra che Tim Cook stia trasformando Apple in un’azienda più normale. Mi fa piacere. No, non guardarmi così. Semplicemente penso che se qualcuno volesse emulare la ‘genialità folle’ di Steve Jobs finirebbe solo per fare un disastro.
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Facebook sforna una novità dopo l’altra. Ora è il turno dell’app Camera. Bellissima applicazione, ma a questo punto sappiamo bene che fine potrebbe fare Instagram.
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Rimasi piuttosto deluso dal pilota di Boardwalk Empire, mentre quello di Luck mi lasciò un po’ indifferente. Ora ho capito perché.