» Il finale di Lost e l’architetto di Matrix
Damon Lindelof, sceneggiatore noto al grande pubblico soprattutto per il suo lavoro come co-creatore, produttore e sceneggiatore di Lost – ma il cui nome è purtroppo molto meno noto di quello di JJ Abrams – parla a Joshua Topolsky di The Verge del finale di Lost, della scrittura delle serie televisive e di altre cose interessanti (fidatevi). Attenzione però, l’intervista è piena di spoiler (e non poteva essere altrimenti).
Di Topolsky mi è piaciuta l’onestà quasi ingenua, mentre tra le risposte di Lindelof mi ha colpito in particolar modo quella in cui lo sceneggiatore descrive il finale di Lost e l’architetto di Matrix come le due opposte modalità in cui una narrazione può dare risposte al pubblico: rispettivamente in modo troppo ambiguo o troppo esplicito (come se gli autori sentissero di dovere al pubblico delle spiegazioni). Suggerisce quindi, con grande umiltà, che probabilmente ‘il modo giusto’ si trovi tra le due cose. Ma personalmente ritengo che ‘il modo giusto’ non sia interessante.